Il virus riempie reparti e intensive “Italia in fase acuta ricoveri in crescita”. Il ministero scrive alle Regioni: “Attivare tutte le misure”. Entro fine anno superate le soglie di sicurezza. Verso i 10.000 posti letto occupati. Con una circolare inviata a Regioni e Comuni, agli altri ministeri competenti e agli Ordini professionali sanitari il ministero della Salute raccomanda la tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative per fronteggiare un eventuale incremento della domanda di assistenza sanitaria, sia a livello territoriale che ospedaliero, garantendo l’adeguata presa in carico dei pazienti affetti da COVID-19 in relazione alle specifiche necessità assistenzial
LA CIRCOLARE
Dentro i reparti l’atmosfera è di attesa preoccupata. I ricoveri cresceranno, così le Regioni dicono ai loro ospedali di stare pronti e il ministero diffonde una circolare dove si invitano le amministrazioni locali a predisporre letti.
Il testo del documento firmato dai direttori della Programmazione e della Prevenzione, Andrea Urbani e Gianni Rezza, fa comprendere il momento. «L’Italia si trova in fase epidemica acuta, caratterizzata da una elevata velocità di trasmissione del virus nella maggior parte del paese», è la premessa.
Visto l’andamento epidemico e considerando che deve ancora arrivare Omicron «si ritiene importante raccomandare la tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un eventuale incremento anche sostenuto della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione, sia a livello territoriale che ospedaliero».
Le Regioni sono invitate a «garantire l’adeguata presa in carico dei pazienti affetti da Covid». Quindi devono mettere a disposizione letti per i malati che arriveranno certamente. Al ritmo con il quale si stanno riempiendo gli ospedali, prima della fine dell’anno l’Italia supererà le due soglie di sicurezza dell’occupazione dei letti. Quella delle terapie intensive, che è del 10%, e quella dei reparti ordinari, il 15%. Oggi in rianimazione ci sono 953 persone colpite dal coronavirus, e ci si aspetta che diventeranno 1.200 su un totale di 9.847 posti letto disponibili. Nei reparti dove vengono assistiti i malati meno gravi, siamo invece a 7.576 ricoveri. Si arriverà almeno a 10mila su 60.811 letti a disposizione. Nelle ondate passate è andata peggio ma allora non c’era il vaccino. E poi il timore degli esperti è che a gennaio non ci si fermi ma che anzi la crescita prosegua.
Dentro gli ospedali, quando osservano le percentuali di occupazione dei letti, non ne fanno una questione di cambiamento di colore. Quello è un tema molto caro agli amministratori pubblici perché ha a che fare con le restrizioni, ma meno ai medici. Avere tanti ricoveri significa più persone che stanno male per il Covid da assistere ma anche meno spazio per i pazienti colpiti da altri patologie. «E ancora non stiamo vedendo l’impatto della Omicron — dice Marcello Tavio, il presidente della Società italiana di malattie infettive che è primario ad Ancona — Tra un po’ si aggiungerà alla Delta e cambierà la curva epidemica. Dobbiamo ancora capire se provoca davvero casi meno gravi come dicono ma potrebbe aggravare la pressione sugli ospedali». Tavio spiega che «come ovvio dalla nostra Regione ci hanno detto di stare pronti alla crescita dei ricoveri».
Le Regioni per adesso hanno attivato 9.064 letti di terapia intensiva, ma ce ne sono altri 783 di riserva. Secondo Antonio Giarratano, presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, «la variante Omicron corre e ci sarà un impatto, come già si vede, prima sui ricoveri in area medica e poi sulle terapie intensive. Ci stiamo preparando al peggio, le aziende sanitarie stanno organizzando la riapertura e l’ampliamento dei reparti Covid. Siamo preoccupati ma anche preparati». Anche questo sarà un Natale di duro lavoro negli ospedali, dove le risorse umane sono risicate e soprattutto stanche da quasi due anni di lotta alla pandemia.
«La Regione ci ha pre allertato, dobbiamo essere pronti ad aumentare rapidamente i letti in degenza ordinaria e in terapia intensiva — dice Mario Tavola, primario della rianimazione di Lecco — La situazione non è buona ma dobbiamo ricordarci che l’anno scorso le cose erano molto più difficili. In Lombardia siamo arrivati anche a 700 posti di intensiva occupati e ora siamo a 150. L’importante, adesso, è che il sistema territoriale funzioni e faccia da filtro». Rispetto al passato però secondo Tavola c’è una differenza importante. Il numero dei pazienti che arrivano al pronto soccorso per altre patologie oggi non è ridotto come lo era durante le altre grandi ondate. «Questo rende molto difficile tenere un equilibrio su entrambe i fronti, cioè i malati Covid e i pazienti colpiti da altri problemi, Anche alla luce delle difficoltà legate agli organici».
Vengono quindi richiamate alcune misure indicate nelle seguenti circolari:
– n.7422 del 16/03/2020 “Linee di indirizzo per la rimodulazione dell’attività programmata considerata differibile in corso di emergenza da COVID-19”;
– n. 8076 del 30/03/2020 “Chiarimenti: Linee di indirizzo per la rimodulazione dell’attività programmata considerata differibile in corso di emergenza da COVID-19”;
– n.11257 del 31/03/2020 “COVID-19: indicazioni per gravida-partoriente, puerpera, neonato e allattamento”;– n. 7865 del 25/03/2020 “Aggiornamento delle linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali in corso di Emergenza COVID-19”;
– n. 27007 del 11/08/2020 “Elementi di preparazione e risposta a COVID-19 nella stagione autunno-invernale”;
– n. 32732 del 12/10/2020 “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”;
– n. 22663 del 03/11/2020 “Linee di indirizzo organizzative per la gestione dell’emergenza COVID-19 nell’attuale fase epidemica”.