Dalla Russia fino all’Italia, un percorso lungo che ha superato altri confini. Si tratta dell’aviaria con la manifestazione di alcuni focolai nei pollami ma “allo stato attuale il rischio di trasmissione del virus aviario all’uomo è basso. Ma in considerazione del potenziale evolutivo del virus, c’è la necessità monitorare la situazione al fine di identificare eventuali cambiamenti”. E’ quanto si legge in un passaggio della circolare del ministero della Salute “Focolai di influenza aviaria da sottotipo H5N1: informazione e indicazioni“. Firmata dal direttore generale della Prevenzione Giovanni Rezza.
“Nel 2021, si sta assistendo ad un’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai), sostenuta da virus influenzale sottotipo H5N1, partita dalla Russia nel mese di luglio. E poi dilagata in diversi Paesi quali Ucraina, Polonia, Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca, Croazia, Bulgaria, Ungheria Slovacchia, Danimarca, Finlandia, Belgio, Olanda, Italia. In Italia, in modo particolare – riferisce la circolare ministeriale – l’epidemia è diffusa maggiormente in Veneto, nelle province di Verona e Padova. In Lombardia, nella provincia di Brescia e Mantova. All’inizio di novembre c‘è stata la conferma di un focolaio nel Lazio, immediatamente circoscritto senza ulteriore propagazione del virus nella zona”.
Il documento informa inoltre che “secondo quanto previsto dal ‘Piano strategico–operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu 2021 – 2023)’ creato un ‘gruppo di esperti’ per la definizione del funzionamento della rete nazionale dei laboratori pubblici umani e veterinari per l’individuazione precoce della circolazione di ceppi di virus influenzali a potenziale zoonotico al fine di attivare un sistema di allerta rapida per le epidemie influenzali anche a carattere pandemico. Il gruppo di esperti si è già riunito e sta monitorando e valutando la situazione”.
Nella circolare sono evidenziate una serie di raccomandazioni per far in modo di contrastare l’epidemia da aviaria
Ecco una serie di raccomandazioni: “In caso di epidemia di influenza aviaria le persone dovrebbero, se possibile, evitare gli allevamenti di pollame, il contatto con animali nei mercati di pollame vivo, di entrare in aree in cui il pollame può essere macellato e il contatto con qualsiasi superficie contaminata da deiezioni di pollame o altri animali. Gli operatori sanitari che gestiscono casi sintomatici con esposizione certa o possibile dovrebbero seguire precauzioni standard, da contatto e respiratorie. Gli operatori sanitari che eseguono procedure che generano aerosol dovrebbero utilizzare precauzioni per via aerea”.
Si ribadisce inoltre che “la vaccinazione antinfluenzale stagionale è raccomandata e offerta attivamente e gratuitamente al personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani: allevatori; addetti all’attività di allevamento; addetti al trasporto di animali vivi; macellatori e vaccinatori; veterinari pubblici e libero-professionisti“. Ma “la raccomandazione per la vaccinazione antinfluenzale stagionale – sottolinea il documento – è estesa anche a tutti i soggetti che per ragioni diverse da quelle professionali risultino potenzialmente esposti al rischio epidemiologico”.
Sanità Animale- La Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari ha emanato dispositivi dirigenziali aggiornati all’evoluzione epidemiologica. Dopo il vertice del 1 dicembre con i rappresentanti delle regioni e del Mipaaf, la Dgsaf provvederà a modificare l’ultimo dispositivo dirigenziale del 22 novembre. Le modifiche riguarderanno la gestione dell’ accasamento delle altre specie oltre ai tacchini (es broiler), il campionamento dei volatili morti ai fini della concessione delle deroga alla movimentazione, la gestione del rischio nel selvatico con la regolamentazione dei lanci di selvaggina e delle attività legate alla caccia.