Il Corriere del Veneto. La Marca è a un passo dai 100 mila contagiati da inizio epidemia: è stata una scalata rapidissima nelle ultime settimane, i 90 mila casi erano stati toccati solo a inizio novembre. Tante positività significa tanti tamponi nei Covid point e tanto screening fra i contatti stretti, un super lavoro per gli operatori e oltre seimila trevigiani attualmente positivi. Il mondo della scuola è quello più colpito, sono 421 le classi in osservazione per la scoperta di almeno un ragazzo contagiato, e di queste 254 sono in quarantena: il balzo è notevole rispetto a mercoledì, quando i gruppi erano complessivamente 387 e le quarantene 203. Superare quota quattrocento significa che oltre ottomila ragazzi sono in isolamento o in monitoraggio.
Ma adesso arrivano anche i primi focolai aziendali: «Sono micro cluster con un massimo di dieci lavoratori positivi – spiega il dg Francesco Benazzi -. Si tratta di aziende fra loro non collegate e che si occupano di attività diverse, un caseificio, un mobilificio, materiali plastici. Nessuna di queste è stata chiusa, il cluster è stato circoscritto. Ma quando ci sono focolai significa che bisogna testare interi reparti».
I Covid point sono stati presi d’assalto per tutta la giornata di ieri da Altivole a Treviso: la coda per effettuare il tampone durava anche un’ora. All’ex Dogana sono dovute intervenire le forze dell’ordine per evitare che la circolazione rimanesse bloccata. «D’altronde, con questi numeri di contagi nelle scuole e nelle aziende non poteva andare diversamente – riflette Benazzi -. Nelle classi per un caso vengono testati venti ragazzi, le aziende avevano dimensioni diverse, per una ci sono stati venti tamponi fra il personale a contatto con i positivi, per un’altra duecento. Abbiamo messo il massimo sui Covid point ma più di così non possiamo fare, stiamo spingendo molto sulle vaccinazioni e dalla prossima settimana le implementeremo ancora. Il personale sanitario è stato dirottato ai vax point».
L’Usl 2, sottolinea il dg, fa oltre seimila tamponi al giorno: «Quasi quanti ne facevamo durante le fasi più dure dell’epidemia. E abbiamo ulteriormente rafforzato il contact tracing inserendo altri venti operatori in questo servizio. Oggi sono novanta, durante la seconda ondata erano settanta».
I tamponi per il green pass vengono effettuati ormai quasi tutti dalle farmacie, così il servizio pubblico può concentrare l’attenzione su sintomatici e screening.
Ieri i nuovi casi Covid sono stati 607: il parametro di valutazione epidemico è altissimo, 389 casi settimanali su 100 mila abitanti, triplicato in due mesi (il primo dicembre erano 330, +59 in tre giorni). I ricoveri nell’Usl 2 sono stabili a 184 dei quali 13 in terapia intensiva; sono numeri stabili perché le dimissioni sono pareggiate da nuovi ingressi; gli ultimi sono stati tutti di persone anziane fra i 70 e gli 80 anni, tutte non vaccinate.
Per reperire personale da destinare all’emergenza l’Usl ha dovuto ridurre l’attività di alcuni reparti ma dal 9 dicembre arrivano i rinforzi: sei medici, tre infermieri e tre assistenti sanitarie assegnate a Treviso dal commissario Figliuolo. Con i numeri pandemici di questi giorni, il loro intervento sarà essenziale.