Un gruppo di 13 associazioni animaliste, ambientaliste e dei consumatori ha annunciato oggi la nascita di una nuova Coalizione che chiede lo stop del SQNBA, la certificazione su base volontaria proposta dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e dal Ministro della Salute Roberto Speranza.
E’ stata lanciata oggi una nuova alleanza di associazioni con l’obiettivo di fermare il Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA), portato avanti dai Ministeri delle Politiche Agricole e della Salute insieme con Accredia, e istituito con l’articolo 224 bis nel Decreto Rilancio, che prevede la certificazione e l’etichettatura volontaria di prodotti di origine animale che rispettino standard superiori ai requisiti di legge.
La “Coalizione contro le #BugieInEtichetta” è composta da 13 organizzazioni non governative italiane: Animalisti Italiani, Animal Law Italia, Animal Equality, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Greenpeace, LAV, LEIDAA, Legambiente, OIPA e The Good Lobby.
L’annuncio della formazione della Coalizione segue il tweetstorm lanciato lo scorso 22 settembre, che aveva portato l’ashtag #BugieInEtichetta tra le tendenze su Twitter.
Le associazioni definiscono il SQNBA come “un inganno in piena regola per i cittadini beffati da un’etichetta che, lungi dal garantire il benessere animale certificato, assicurerebbe una priorità d’accesso ai fondi PAC e PNRR a prodotti ottenuti con condizioni standard tipiche degli allevamenti intensivi, a scapito della trasparenza“.
Da quanto dichiarato dalle associazioni sembrerebbe che il problema siano gli standard che rientrerebbero nel claim “benessere animale”; inoltre, la Coalizione ritiene che questo sistema favorirà gli allevamenti di tipo intensivo.
“La certificazione proposta dai Ministri – si legge nella nota nota diramata dalle associazioni – prevederebbe di etichettare con il claim “benessere animale” di fatto anche tutti i prodotti provenienti da scrofe in gabbia e suini che hanno subito il taglio della coda, pratica in violazione delle disposizioni contenute nella direttiva europea di protezione dei suini se effettuata in via sistematica e, quindi, illegale. Tale certificazione garantirebbe inoltre priorità di accesso ai fondi PAC e PNRR, favorendo ancora una volta gli allevamenti di tipo intensivo, invece che stimolare la transizione verso sistemi più sostenibili.“
Dichiarano le associazioni: “Mentre il mondo si riunisce nella COP26 per affrontare l’emergenza climatica, i ministri del nostro Governo si apprestano a continuare a finanziare lo status quo dell’industria inquinante degli allevamenti intensivi. La possibilità di mettere a sistema i fondi della PAC con le migliori iniziative italiane e il potere d’acquisto dei consumatori per dare vita a una reale transizione verso sistemi più sostenibili, sfumerà definitivamente se il progetto di certificazione non sarà rivisto. Perché accadrà attraverso un’etichettatura ingannevole per i consumatori“.
Secondo le associazioni, l’attuale proposta per la certificazione volontaria dei prodotti suinicoli tradirebbe la fiducia dei consumatori non fornendo loro informazioni chiare e trasparenti sul metodo di allevamento degli animali, e risultando al contrario estremamente ingannevole.
“Se il decreto verrà approvato senza le opportune modifiche chieste dalla coalizione – scrivono le associazioni – chiunque sceglierà di acquistare al supermercato prodotti che recano sull’etichetta l’indicazione “benessere animale”, non avrà garanzia alcuna che gli stessi provengano soltanto da allevamenti che adottano standard superiori ai requisiti minimi di legge. Il rischio è anche quello di trovarsi a pagare di più per prodotti ottenuti con metodi di allevamento intensivo, esattamente gli stessi di oggi. In spregio alla sostenibilità e al benessere animale di cui l’etichetta dovrebbe porsi a garanzia.“
La Coalizione ritiene che le i criteri di certificazione previsti dal SQNBA tradiranno la promessa che PAC e PNRR siano utilizzati per stimolare un’agricoltura più sostenibile, nella direzione segnata dal Green Deal europeo e dalla Strategia Farm to Fork, in spregio del recente voto al Parlamento europeo che ha chiesto alla Commissione di lavorare per allevamenti più sostenibili, un maggior spazio dedicato al biologico e la dismissione delle gabbie.
Concludono le associazioni: “La battaglia per un’etichettatura trasparente è una battaglia di tutti. A tutti ci rivolgiamo chiedendo di unirsi alla nostra richiesta: un’etichettatura non ingannevole, che non tradisca la fiducia dei consumatori, per una transizione a sistemi di allevamento più sostenibili e che garantiscano standard di benessere animale più elevati.“
Ruminantia