“La comparsa di quattro focolai di aviaria in altrettanti allevamenti di Ronco all’Adige, a pochi giorni e a breve distanza dal primo, fa aumentare la preoccupazione. Sia per la contagiosità del virus, sia perché in questa provincia si concentra il 50% della produzione avicola veneta. I quattro focolai (oltre 65mila capi totali) sono stati presto individuati e isolati dai servizi veterinari dell’Ulss 9, ma servono ora maggiori controlli, possibili solo rafforzando le attività di prevenzione”. L’appello arriva dalle due consigliere PD in commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini, Anna Maria Bigon e Francesca Zottis. “Le limitazioni avicole fissate dalla Regione, da sole, non bastano”.
“Da oltre un anno l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha invitato gli Stati dell’Ue a intensificare le misure di prevenzione in seguito alla scoperta di alcuni focolai altamente patogeni, mentre il ministero della Salute ha raccomandato alle Regioni la tempestiva adozione di adeguate misure di biosicurezza e di rafforzamento delle attività di individuazione precoce dei virus ad alta patogenicità e rigorosi controlli sulla loro applicazione.
L’influenza aviaria già nel recente passato ha messo in ginocchio il comparto avicolo veneto con danni economici ingentissimi; ricordiamo inoltre che si tratta di una zoonosi, cioè una infezione che può compiere il salto di specie ed essere trasmessa anche all’uomo. In questo contesto di grande allerta è stato chiesto ai Servizi veterinari della Regione Veneto di gestire le operazioni dirette negli allevamenti interessati e di intensificare i controlli per il monitoraggio delle specie sensibili applicando strette misure di sorveglianza per lo spostamento di animali”.
E qui sorgono le perplessità legate agli organici: “La domanda è se i Servizi veterinari potranno affrontare con appropriatezza la gestione delle attività collegate ai nuovi focolai di influenza aviaria con organici che sono da tempo sottodimensionati, in uno scenario costituito da un notevole numero di pensionamenti entro pochi mesi, per i quali non vi è ancora un piano adeguato di sostituzione mediante affiancamento, come denunciato anche dal Sivemp. Le diverse Aree di Prevenzione della Regione stanno aspettando, da tempo, che vengano fatti i concorsi e le selezioni per coprire le numerose posizioni vacanti, anche dirigenziali. C’è bisogno di personale competente, di un’organizzazione stabile con incarichi definiti e di una catena di comando autorevole per poter fronteggiare le minacce epidemiche, tutelare il valore economico delle produzioni, assicurare la sicurezza alimentare e difendere il patrimonio di salute umana, animale e ambientale”.