All’ennesimo test anti-Covid la signora sussurra al farmacista di fiducia: «Senta, ne ho prenotati tre a settimana fino a dicembre, uno sconto potrebbe anche farmelo. Spendo un capitale». «Vediamo, magari le faccio un omaggio», la risposta. «Ma nel Comune qui vicino un suo collega ne regala uno ogni dieci». Sembra uno scambio surreale, in realtà l’assalto alle farmacie da parte dei no vax costretti a sottoporsi a tampone ogni 48 ore per ottenere il green pass «a tempo» da esibire sul posto di lavoro sta facendo fioccare nel Veneto sconti e promozioni quasi da supermercato. Nonostante la richiesta non solo non manchi ma spesso superi l’offerta, trionfano i pacchetti, i 3×2, le tessere fedeltà, perfino i regali. Alla faccia del prezzo calmierato imposto dal governo di 15 euro a tampone per gli adulti, 8 per i minori e 22 per gli stranieri.
«E’ così — ammette Franco Gariboldi Muschietti, presidente di FarmacieUnite — per fidelizzare i clienti, tanti colleghi vanno incontro alle loro pressanti richieste di ottenere uno sconto. E lo fanno inventandosi le formule più disparate: 9 tamponi a pagamento e il decimo gratis, pacchetti di 20 test al prezzo di 10 l’uno invece di 15, regali. Ogni tot di tamponi si ha diritto a un bagnoschiuma, a un pacchetto di mascherine chirurgiche, addirittura a punti sulle tessere fedeltà. Insomma, il mix tra libero mercato e assalto dei no vax ha scatenato la fantasia e la corsa ad attirare più utenti degli altri. Anche se non ce ne sarebbe bisogno. E poi — avverte Gariboldi Muschietti — se c’è un prezzo imposto dal governo non è etico non rispettarlo. Le regole vanno osservate». Ma davanti al business… «Secondo me il business lo fa chi esegue per conto proprio i tamponi — chiude il presidente di FarmacieUnite — ma chi si appoggia a infermieri e medici liberi professionisti al costo di 50 euro lordi l’ora, mica tanto. La verità è che pacchetti e promozioni sono iniziati prima del 15 ottobre, quando i clienti bisognava incentivarli, e adesso si fa fatica a tornare indietro».
Un passaggio non è chiaro: se lo Stato impone, anche alle Usl, una spesa che concilia l’esigenza di venire incontro alle tasche di chi vive di stipendio base con l’intenzione di non agevolare la pratica no vax attraverso un costo troppo basso, perché le farmacie possono fare come pare a loro? «Perché il prezzo calmierato citato nel decreto legge a tema significa tetto massimo, non prezzo imposto — spiega Andrea Bellon, presidente di Federfarma Veneto — e quindi si commette illecito se si chiede una cifra superiore, non inferiore. Sulla base di questo ragionamento alcuni colleghi si sono sentiti liberi di concedere ribassi ai clienti più assidui, che spesso ci tirano per la giacca. Regalare un test ogni cinque, per esempio, non è vietato, tanto è vero che finora nessun farmacista è stato multato. E’ invece censurabile — aggiunge Bellon — in quanto deontologicamente ed eticamente scorretto, ricorrere a premi, perché suona come un’iniziativa commerciale che a Federfarma non piace. Le farmacie hanno la facoltà di praticare sconti, non di distribuire omaggi». In effetti i controlli dei Nas, avviati dieci giorni fa su un campione di farmacie di Padova, Vicenza, Verona e Rovigo, stanno appurando l’idoneità dei luoghi deputati ai test, il possesso delle autorizzazioni necessarie e la corretta applicazione del prezzo in relazione al divieto di maggiorazioni. La ratio è di evitare che la corsa al tampone possa indurre speculazioni.
E la storia delle tessere fedeltà? Ogni tampone vale tot punti e quando completi la tessera hai diritto a uno sconto o a un prodotto. «Le farmacie possono attivarle — chiarisce Bellon — però non devono riguardare l’acquisto di farmaci, ma di parafarmaci e servizi, come la misurazione della pressione o appunto il test per la ricerca del Covid. E’ permesso. Vorrei però ricordare che noi siamo stati coinvolti dal governo nella promozione e nel contributo attivo alla campagna vaccinale, 318 presìdi del Veneto stanno somministrando anche le terze dosi. Rientrano nelle mille che, su 1400, eseguono i tamponi. E devo dire che proprio in questi giorni siamo riusciti a vaccinare persone esitanti perché frenate da timori e dubbi, superati con un colloquio chiarificatore. Dopo la prima dose continuiamo a seguirle, somministrando loro il tampone, perché ci vogliono 15 giorni per ottenere il green pass».
Corriere del Veneto