Nel 2021 l’Inps dovrebbe avere un risultato economico di esercizio negativo per oltre 15,46 miliardi. È quanto risulta dalla nota di assestamento al bilancio di previsione 2021 approvata dal Civ ( Consiglio di Indirizzo e Vigilanza) dell’Inps il 12 ottobre. Saranno invece 905 i milioni di disavanzo patrimoniale che l’Inps registrerà alla fine del 2021.
Secondo la nota per il disavanzo finanziario i risultati per il 2021 si riassumono in:
• 8.600 milioni di disavanzo finanziario di competenza (-1.448 milioni rispetto al consuntivo 2020); • 230.844 milioni di entrate contributive, (+5.694 milioni rispetto al consuntivo 2020); • 363.458 milioni di prestazioni istituzionali, (+3.941 milioni rispetto al consuntivo 2020). In particolare, la spesa per prestazioni pensionistiche è risultata pari a 241.334 milioni (+4.649 milioni rispetto al consuntivo 2020); • 15.462 milioni di disavanzo economico di esercizio (+9.738 milioni rispetto al disavanzo di 25.200 milioni del consuntivo 2020); • 904 milioni di disavanzo patrimoniale al 31 dicembre 2021 (la situazione patrimoniale netta al 31 dicembre 2020 risultava positiva per 14.559 milioni di euro). Nell’approvare la nota di assestamento, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps ha sollecitato la riapertura del tavolo di confronto per il riallineamento delle poste di credito e debito tra Ministeri e Inps, reso urgente anche per contenere i riflessi negativi della nuova disciplina relativa alle prestazioni Covid-19 che aggrava, in maniera evidente, il saldo negativo e riduce la consistenza patrimoniale dell’Istituto. Le decisioni del legislatore hanno, spesso, infatti comportato la messa in carico alla Gestione Prestazioni Temporanee e al FIS (quindi 2 a carico Inps) delle prestazioni precedentemente poste a carico della fiscalità generale per 2.400 milioni. Nella delibera approvata il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps sottolinea, tra l’altro, l’urgenza di dare forza ad un “patto con l’utenza” a partire dalla l’esigenza di garantire il diritto di accesso ai servizi Inps anche per coloro che non sono in grado di utilizzare strumenti informatici o digitali. A tal fine occorrerà adottare urgenti soluzioni che, attraverso gli intermediari riconosciuti e le associazioni di rappresentanza, individuino modalità semplificate per la così detta “delega/cessione a fiduciari della identità digitale” anche per evitare il proliferare di soggetti, non monitorabili, che operino per conto delle persone più fragili ed indifese. Il “Patto con l’utenza” si dovrà concretizzare anche attraverso un’unica “Carta dei Servizi”, da cui discenda una comunicazione istituzionale che permetta a tutti i soggetti interessati di conoscere le prestazioni a cui potenzialmente si ha diritto, nonché le modalità di richiesta ed i tempi per ottenerle ivi comprese le regole per gli eventuali ricorsi amministrativi. Ciò al fine di garantire la tutela dei cittadini, anche in relazione alle novità legislative in tema di identità digitale.
Il CIV Inps ha evidenziato, infine, l’urgenza dell’aggiornamento e della normalizzazione del conto assicurativo dei dipendenti pubblici, dei lavoratori delle Poste e dello spettacolo e sport, al fine di garantire la piena esigibilità di diritti in maniera omogenea a tutti i lavoratori. Ciò per assicurare l’irrinunciabile diritto dei lavoratori al riconoscimento della contribuzione dovuta, caposaldo dell’ordinamento previdenziale, per i periodi di lavoro effettivamente prestati. Il CIV Inps, inoltre, ha rilevato che nel merito dei servizi per l’attribuzione dell’invalidità civile sono drammaticamente in attesa di risposta ben 1 milione e settecentomila cittadini sono in attesa di risposta attesa di risposta, e di questi ben 282 mila aspettano di essere chiamati per la prima visita dall’Inps e di 863 mila dalle Asl !