Scontro tra Sindacati della Dirigenza dell’Area Sanità (Medici, Veterinari e Dirigenti Sanitari) e Azienda ULSS 5 Polesana. Nell’ultimo incontro del 30 settembre, rottura delle trattative e, unitariamente, tutte le sigle sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione del personale del settore che lavora nella azienda sanitaria e conseguente convocazione dal Prefetto per il tentativo di conciliazione che si terrà venerdì 15 alle 11.
Dati alla mano nel 2020 ogni Dirigente dell’Area Sanità (Medici, Veterinari e Dirigenti Sanitari) ha fatto una media di 180/200 ore di straordinario con punte che hanno superato le 1000/1200 ore a singolo professionista, in barba a qualsiasi norma sul diritto e sicurezza del lavoro, oltre ai rischi sanitari e professionali che ne conseguono. Questi numeri, tradotti in persone, ci rappresentano una realtà dove, ad esempio, i Medici della nostra ULSS, poco più di 400 su di un organico con più di 500 Dirigenti, hanno sviluppato uno straordinario pari a circa altri 45 professionisti con carichi di lavoro estenuanti. Tutta l’attività ordinaria, per il blocco/rallentamento di questi 18 mesi, diventa un ulteriore macigno che si scarica sulle stesse persone che già hanno dovuto reggere sulle loro spalle il sistema dalla prima ondata ad oggi.
La situazione dello straordinario nel 2021 non è cambiata e si continuano a fare centinaia e centinaia di ore oltre l’orario ordinario, senza però riuscire a vedere una soluzione. Tutto questo quando da anni si lancia l’allarme della carenza di medici e dell’impossibilità di reperirli per assumerli. Il disco, ormai vecchio e rotto, che ci racconta un’Azienda impegnata con concorsi che vanno deserti, non soddisfa più nessuno. Ma alla riunione con la Direzione per la contrattazione, il tavolo si è rotto alla proposta di parte pubblica dove si proponeva, a fronte di 30.000 ore fatte dai Dirigenti nel 2020 e non retribuite, di pagarne 1.750. Una proposta che non solo diventa irricevibile dal punto di vista contrattuale, ma la riteniamo lesiva della dignità di chi da circa 18 mesi sta affrontando una situazione drammatica senza precedenti. Oltre al danno ad un settore messo in ginocchio dai tanti anni di tagli e che, malgrado tutto, è riuscito a far fronte alla pandemia, ora la beffa di una proposta assurda e che contesteremo dal giudice del Lavoro. Ma la cosa grave, e che ha portato allo stato di agitazione, è che tale proposta rispecchia la mancanza di volontà ad affrontare una situazione drammatica e che viene costantemente messa sotto il tappeto. Alla irezione avevamo chiesto una seria ed urgente riflessione per un sistema che rischia il collasso e l’ingovernabilità, soprattutto in una provincia come la nostra che già soffre della periferizzazione in un sistema sanitario concentrato nei grossi centri e che negli ultimi 25 anni ha desertificato e privatizzato il territorio. Ma la risposta ricevuta al tavolo ci conferma che manca la volontà di affrontare in profondità il problema e i lavoratori dicono basta… è arrivato il momento elle risposte. Altrimenti attiveremo tutte le iniziative non escludendo blocco dello straordinario e lo sciopero fino a quando la Politica, la nostra ULSS, la Regione, non si assumeranno la responsabilità di fare le necessarie scelte organizzative e di investimento… diversamente dovranno assumersi la responsabilità di questa protesta con le disastrose conseguenze su di un sistema già fragile dove a pagarne il prezzo sarà il nostro territorio, già debole, e i cittadini che vi abitano
Davide Benazzo– FP CGIL Medici
Francesco Chiavilli – CIMO – FESMED
Piero Di Pasquale – AAROI EMAC
Nicoletta Santipolo – ANAAO ASSOMED
Giorgio Faccioli – UIL FPL
Tiziano Rossin – FVM
Vincenzo Lolli – FASSID