Il 16 Agosto 2021 è stato pubblicato dal Ministero della Salute il report relativo ai “Posti di controllo frontalieri e uffici veterinari per gli adempimenti comunitari – Attività 2020” in cui viene riportata l’attività svolta dai controlli ufficiali veterinari su animali vivi, prodotti di origine animale e mangimi provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato UE o in transito verso altri Paesi terzi.
I Posti di Controllo Frontalieri (PCF) sono Uffici veterinari periferici del Ministero della Salute che, dal dicembre 2019, con l’adozione del regolamento (UE) 2017/625 sui controlli ufficiali, hanno sostituito i Posti d’Ispezione Frontalieri (PIF). I PCF sono riconosciuti ed abilitati, secondo procedure dell’Unione, ad effettuare i controlli veterinari su animali vivi, prodotti di origine animale e mangimi provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato dell’UE o in transito verso altri Paesi terzi.
Al 31 dicembre 2020 risultano essere abilitati ai controlli 25 PCF. Complessivamente l’attività viene svolta, in relazione alle esigenze geografiche e commerciali, presso 8 aeroporti e 17 porti. Il personale di taluni Uffici veterinari periferici opera contemporaneamente presso sedi portuali e aeroportuali di posti di controllo frontalieri.
Ogni PCF è abilitato al controllo di una certa gamma merceologica in funzione delle strutture possedute e secondo le categorie stabilite dal regolamento (UE) 2019/1014. Nella figura 1 è riportato l’elenco dei PCF italiani con relativa abilitazione per tipologia merceologica.
Figura 1. Elenco PCF italiani e relativa abilitazione per tipologia merceologica
Legenda
Tipo:
- A – aeroporto
- Tipo F – ferrovia
- Tipo P – porto
- Tipo R – strada
Prodotti:
- HC – prodotti per il consumo umano
- NHC – altri prodotti
- NT – non richiedono temperature specifiche
- T – richiedono temperature specifiche
Animali vivi:
- U – ungulati, in particolare bovini, suini, ovini, caprini e solipedi domestici o selvatici
- E – equidi registrati ai sensi della dir. 96/426/CEE
- O – altri animali
- (1) – Escluse carcasse di ungulati
- (2) – Prodotti imballati unicamente
- (3) – Prodotti della pesca unicamente
- (4) – Unicamente proteine animali
- (6) – Esclusivamente grassi liquidi, oli ed oli di pesce
- (14) – Sono ammesse solo alcune specie quali definite dall’autorità nazionale competente
Oltre ai controlli veterinari su animali e prodotti di origine animale provenienti dai Paesi Terzi, i PCF effettuano controlli sui mangimi di origine non animale. Il quadro dei controlli all’importazione è completato dalle norme dell’UE che disciplinano le introduzioni da paesi terzi sia di prodotti di origine animale, a seguito di viaggiatore o attraverso spedizioni postali, per consumo personale (regolamento (UE) 2019/2122), sia di animali da compagnia movimentati a scopo non commerciale.
Importazioni di animali e prodotti di origine animale da Paesi terzi
Nel 2020 sono state importate sul territorio italiano, attraverso PCF italiani, 37.161 partite di animali, prodotti di origine animale (o.a.) e mangimi di origine animale da oltre 100 Paesi terzi con un decremento del 22,03% rispetto all’anno precedente. Valore nettamente superiore al decremento registrato nell’anno precedente (-0,9%) la cui causa principale è da imputare alle difficoltà a livello mondiale dovute alla pandemia da COVID-19. Nella figura 2 viene visualizzata l’evoluzione delle importazioni attraverso i Posti di Controllo Frontalieri (ex PIF) nazionali negli ultimi anni.
Figura 2. Evoluzione delle importazioni attraverso i Posti di Controllo Frontalieri (ex PIF) nazionali negli ultimi anni.
Le carni ed i prodotti a base di carne, con 2.762 partite per un totale di circa 47.105 tonnellate, rappresentano il secondo gruppo merceologico in ordine di importanza. Nella figura 3 è visualizzata la ripartizione percentuale per singola voce merceologica. Il 77,9% delle partite è rappresentato da carni bovine (2.152 partite), seguono con il 6,5% le partite miste di carni e frattaglie (179), con il 4,9% i prodotti a base di carne o frattaglie (136 partite).
Figura 3. Ripartizione percentuale per singola voce merceologica
La classifica cambia parzialmente se si prendono in considerazione i quantitativi importati: carni bovine (37.151 ton.), prodotti a base di carne o di frattaglie (3.091 ton.), partite miste di carni e frattaglie di varie specie (2.809 ton.).
Le partite di animali importate (2.122) possono essere distinte, in due grossi gruppi merceologici:
- animali di interesse agricolo-zootecnico
- e altri animali quali pesci tropicali/ornamentali, animali da affezione, animali da laboratorio, invertebrati ecc.
Nella figura 4 è visualizzata, per singola voce merceologica, la ripartizione percentuale delle partite di animali vivi.
Figura 4. Ripartizione percentuale delle partite di animali vivi per singola voce merceologica
Tra i prodotti di o.a. non destinati al consumo umano le voci merceologiche più importanti sono costituite da alimenti per cani o gatti condizionati per la vendita al minuto (2.516 partite) e pelli di bovini, ovini, equidi, ecc. (603 partite).
Controlli sulle importazioni
Il controllo fisico sulle partite di animali vivi con percentuali pari al 100% rientra nella norma. Le percentuali di controllo sui prodotti di origine animale sono stabilite dal regolamento (UE) 2019/2129 che prevede una riduzione dei controlli materiali sui prodotti di origine animale provenienti da Paesi terzi oggetto di armonizzazione comunitaria completa. Percentuali superiori a quelle previste dal sopra citato regolamento sono dovute ad attività di controllo effettuate in caso di sospette irregolarità o a misure di salvaguardia adottate dall’UE che impongono l’obbligo del controllo sistematico per alcune tipologie di prodotti.
Quando ritenuto opportuno dai veterinari ispettori, oppure in osservanza di specifiche disposizioni ministeriali o dell’UE, il controllo fisico viene integrato da un controllo di laboratorio. In totale nel 2020 sono stati effettuati controlli di laboratorio su 1.168 partite. Si deve notare che la media percentuale del controllo di laboratorio su tutte le merci sottoposte a controllo fisico è stata pari al 7,0%, percentuale di poco superiore a quella riscontrata nel 2019 (6,6%).
Sulle carni il controllo di laboratorio rispetto al totale delle partite che hanno subito un controllo fisico si attesta in media attorno al 5,4% raggiungendo il 75% sulle partite di carni suine fresche, refrigerate o congelate.
E’ stato sviluppato e attuato un piano nazionale di monitoraggio sui controlli di laboratorio eseguiti principalmente per la ricerca dei residui e dei microrganismi, loro tossine e metaboliti nei prodotti di origine animale destinati al consumo umano presentati per l’importazione ai PCF italiani nel 2020.
Per il 2020, tenuto conto dell’andamento dei flussi d’importazione, dei risultati dell’attuazione del piano dell’anno precedente e del livello annuale dei controlli obbligatori, la percentuale minima di controllo è stata fissata al 3%.
Al fine di orientare e uniformare la tipologia dei controlli in base al rischio, i PCF dovevano tener conto prioritariamente di quanto previsto in apposite sezioni del piano denominate controlli indirizzati e raccomandazioni. Le raccomandazioni sono controlli programmati sulla base dei flussi d’importazione, della frequenza e risultati dei controlli degli anni precedenti su taluni prodotti, dei rapporti di audit svolti dalla Commissione nei Paesi terzi o in seguito a rischi emergenti. Per il 2020 le raccomandazioni riguardavano i controlli su diversi prodotti, fra cui:
- carni bovine refrigerate e congelate,
- carni equine refrigerate e congelate,
- carni di pollame refrigerate e congelate e ovoprodotti,
- prodotti a base di carne di pollame dalla Cina.
Più in dettaglio, dai dati raccolti attraverso il sistema TRACES è emerso che le partite di prodotti di origine animale destinate al consumo umano presentate per l’importazione nel 2020 sono state 30.681 (40.233 nel 2019), mentre quelle incluse nel piano (partite presentate per le importazioni al netto delle partite respinte per motivi non di laboratorio) sono state complessivamente 30.627.
Esito dei controlli/respingimenti
A seguito dei controlli veterinari sulle merci provenienti da Paesi terzi, le merci possono essere:
- importate in libera pratica nell’Unione Europea (UE);
- introdotte nell’UE sotto controllo doganale;
- respinte al di fuori del territorio dell’Unione Europea, distrutte o trasformate ai sensi del Regolamento (UE) 2017/625.
E’ emerso che nel 2020 sono state respinte 103 partite di merci pari allo 0,3% circa delle partite presentate all’importazione. La percentuale è di poco inferiore a quella dell’anno precedente (0,5%) (Figura 5).
Figura 5. Numero e percentuale delle partite respinte
Respingimenti per tipologia
I respingimenti possono essere distinti in base alle motivazioni che li hanno determinati. In particolare, essi possono derivare da quattro categorie di controllo sfavorevole:
- controllo documentale;
- controllo di identità;
- controllo fisico;
- controllo di laboratorio.
Esaminando il totale dei respingimenti effettuati dai PCF italiani nel 2020, si può constatare che il 35% (pari a 36 respingimenti) è conseguito a controlli documentali sfavorevoli, il 2% (pari a 2 respingimenti) a controlli fisici sfavorevoli, il 4,9% (pari a 5 respingimenti) a controlli di laboratorio sfavorevoli, il 12,6% (pari a 13 respingimenti) è avvenuto a seguito di controlli d’identità sfavorevoli ed il 45,5% restante (pari a 47 respingimenti) per altri motivi.
I respingimenti a seguito di controllo documentale sfavorevole hanno riguardato pressoché tutte le categorie di merci, ma hanno avuto una particolare incidenza (9,7%) nel settore dei prodotti della pesca, dell’acquacoltura e dei molluschi e (9,7%) nel settore del latte, derivati, uova e altri prodotti destinati al consumo umano. Irregolarità documentali quali mancanza di certificato e certificato non conforme sono state le cause di respingimento più frequenti.
Importazioni da PCF italiani verso l’UE
Il totale delle partite importate è pari a 1.092 (-5,6% rispetto al 2019) e sommando tale volume al totale delle partite introdotte attraverso i PCF italiani (37.161) ed europei (9.267) si ottiene un volume complessivo di partite transitate attraverso PCF italiani pari a 47.520 (Figura 6).
Figura 6. Importazioni animali e prodotti o.a. da PCF italiani verso UE
I PCF maggiormente coinvolti nell’attività di controllo di merci destinate ad altri Stati membri sono il PCF di Genova, il PCF di Trieste ed il PCF di Livorno (Figura 7).
Figura 7. Importazioni, controlli e respingimenti per PCF di entrata da PCF italiani verso il territorio U.E
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Fonte: Ministero della Salute
DA RUMINANTIA