Corriere del Veneto. Da una parte gli oltre 500 mila trevigiani già vaccinati con ciclo completo, già possessori di Green Pass (su 885 mila). Dall’altra una componente di scettici e irriducibili contrari, i No Vax che hanno protestato in piazza nelle scorse settimane e coloro che stasera arriveranno sotto Palazzo dei Trecento per dire che il Covid si cura semplicemente con le “terapie domiciliari precoci”. Ma fra chi ha rifiutato il vaccino ci sono anche molti operatori della sanità. E farmacisti: sono 230 su 1.400 iscritti all’Ordine. Venti di questi, afferma il presidente Giuseppe Losego, sono dichiaratamente No Vax.
Si dice deluso, promette linea dura contro chi non adempirà l’obbligo, pronto anche a pubblicarne i nomi: «Dobbiamo salvaguardare i pazienti e i colleghi. Se posso capire alcuni dubbi della popolazione, un farmacista con una formazione scientifica non può averne – afferma -. Ci sono purtroppo dei colleghi assolutamente impreparati e incapaci di gestire una situazione che invece richiede anche un ruolo di comunicazione. Che siano così tanti mi addolora». Ritiene che alla fine, considerate le giustificate forme di esenzione, i sospesi non saranno più di quaranta, ma anche la metà è già troppo. C’è un caso limite riportato da Losego: nel Coneglianese un farmacista ha risposto al cliente che gli chiedeva informazioni «Se fai il vaccino, dopo un mese muori». «Sconsigliarlo a chi ha patologie rientra nella nostra professionalità, siamo vaccinatori e facciamo le anamnesi. Ma se la motivazione è quella diventa procurato allarme. Non credevo che un collega potesse arrivare a un tale punto di follia. Il cittadino non ha voluto denunciare il fatto, ma chiedo a chi è a conoscenza di simili situazioni di segnalarlo perché solo in questo modo possiamo intervenire».
Per le sospensioni effettive, l’Ordine attende le lettere dell’Usl 2 che confermeranno i nominativi: poi partiranno i provvedimenti, coinvolgendo i Nas per i controlli. Ma c’è un’altra battaglia, ben più difficile, ed è quella contro le fake news. «Dobbiamo essere uniti su questo fronte – dice il presidente -, soprattutto noi che siamo uomini e donne di scienza. Ormai è diventato tutto un derby, tutto un no, un meccanismo mentale per creare proseliti e aumentare la propria visibilità e il proprio egocentrismo. La colpa in molti casi è dei social e della rete, dove continuano a diffondersi notizie false e dannose. Essere No Vax per chi lavora in ambito sanitario significa smentire tutti gli studi fatti. Non possiamo permetterci di trasmettere dubbi e insicurezze».
Eppure la formazione universitaria è sempre più mirata. Losego collabora con l’università di Padova per inserire alcuni argomenti nei corsi sulla base delle esigenze pratiche: «I ragazzi oggi hanno una preparazione superiore a 40 anni fa, studiano e si occupano anche di biotecnologie, sanno come si sintetizza un mRrna messaggero, come Pfizer. Quando è stato accertato che ogni norma è stata rispettate ed erano assolutamente sicuri, con una quota minima di controindicazioni come tutti gli altri, sono stati messi a disposizione anche nelle nostre farmacie».
La campagna dell’Usl corre spedita (si prevede di arrivare al 77% di copertura a settembre). «Durante l’epidemia abbiamo rafforzato un rapporto di fiducia coi cittadini, siamo protagonisti della campagna anti-Covid – chiude Losego -. Siamo parte integrante della prevenzione, per questo dispiace quando c’è qualcuno che rema contro».