Gentile Direttore,
con la presente vogliamo rende nota la bocciatura dei Ministeri vigilanti del Lavoro e dell’Economia in merito alle proposte di modifica dello Statuto e del regolamento elettorale dell’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Veterinari (ENPAV). I ministeri, pochi mesi dopo il via libera dato, il 25 luglio 2020, dall’Assemblea dei Delegati provinciali con il voto contrario di circa un terzo dei presenti (fra i quali i firmatari di questo documento), hanno fatto recapitare all’Ente i propri rilievi (vedi nota allegata) bocciando, senza mezzi termini, una parte sostanziale delle modifiche proposte, ritenendole sostanzialmente inopportune. Richiami, questi, che rimettono in discussione il progetto di modifica, mentre si avvicinano le prossime votazioni, programmate per il mese di aprile 2022.
I campanelli di allarme dei ministeri riguardano soprattutto la proposta di estensione dei mandati dei rappresentanti degli Organi, nonché la decisione dell’Ente di giocare le partite elettorali su liste contrapposte per poi attribuire tutti i posti di membro del Consiglio di Amministrazione e del Collegio sindacale ai soli candidati presenti nella lista maggioritaria. Insomma, chi vince, prende tutto.
Una modifica bocciata dal ministero del Lavoro che, acquisito il parere del Mef, rileva come “l’aumento del numero dei mandati dell’Assemblea si muove in direzione opposta rispetto alla necessità di evitare il consolidamento (in questo caso pluridecennale) di posizioni di potere e garantire il necessario ricambio generazionale e l’avvicendamento democratico nelle cariche”.
Il covigilante Ministero dell’Economia non usa mezzi termini nel segnalare come la proposta appaia, in poche parole, “una decisione degli organi attuali, sostanzialmente, in favore di un prolungamento delle proprie cariche”.
Discorso simile per gli articoli 13, 21, 24 e 26, che stabiliscono l’aumento del numero dei mandati quinquennali, da due a tre, per i membri del Consiglio di Amministrazione, per quelli del Collegio sindacale, per il Presidente e per il Vice Presidente, pur con la precisazione “anche se non consecutivi”. La scure dei ministeri si abbatte poi sull’articolo 12 in materia di norme per l’elezione del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale, del Presidente. In particolare, per il Ministero del Lavoro le liste contrapposte e la previsione, contenuta nell’ultimo periodo del comma 3 (“Le elezioni si considerano valide anche nel caso di presentazione di una sola lista, ove questa abbia raggiunto il 50% più uno dei voti spettanti”), non garantirebbero una maggiore partecipazione e quindi il pluralismo nella rappresentanza degli interessi della categoria.
Non solo. L’art. 12 al comma 4 prevede che ad essere eletti Presidente, componenti del Consiglio di Amministrazione, Sindaci effettivi e Sindaci supplenti, siano “i candidati facenti parte della lista che ha ottenuto il maggior numero di voti e che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze per le rispettive cariche, nel rispetto della rappresentatività delle componenti veterinarie libero professionale e pubblica”. Ipotesi bocciata senza possibilità di appello dai ministeri. Perché, osservano Lavoro e Mef, con le nuove norme, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio sindacale diventerebbero, in pratica, espressione di un’unica lista elettorale – la maggioritaria, appunto. In questo modo non sarebbe evidentemente garantita alcuna rappresentanza alle minoranze.
Quanto all’elezione del vice presidente, il comma 7 dello stesso articolo prevede che sia “il Consiglio di Amministrazione nella prima riunione successiva alla sua proclamazione elegge tra i suoi componenti, con la maggioranza semplice dei voti, il Vice Presidente ed il componente del Comitato Esecutivo”. Ma è evidente che così anche il Vice Presidente non sarebbe espressione dell’Assemblea, bensì del solo CdA che lo elegge a maggioranza semplice e che, ricordiamo, sarebbe a sua volta composto solo da membri della lista vincitrice: un’ulteriore rafforzamento del concetto del “chi vince prende tutto”, senza alcuna possibilità di contraddittorio.
Dai ministeri arriva anche il no all’estensione dei casi in cui spetta ai rappresentanti degli organi l’indennità di presenza. Se il vecchio Statuto attribuisce questa possibilità per “ciascuna riunione dei rispettivi Organi di appartenenza, nonché per la partecipazione alle riunioni convocate per singole zone territoriali per il tramite degli Ordini professionali”, le modifiche proposte estenderebbero l’indennità ad ulteriori cinque casi:
a) per la partecipazione alle giornate di formazione organizzate per gli studenti dei Dipartimenti di Medicina Veterinaria;
b) per la partecipazione alle riunioni di altre Associazioni e Organismi alle quali i componenti degli Organi dell’Ente prendono parte in rappresentanza dell’ENPAV, ove non sia già prevista la corresponsione di un’indennità di presenza da parte di dette Associazioni e Organismi;
c) per la partecipazione ai Congressi di Categoria individuati di volta in volta dal Consiglio di Amministrazione;
d) per la partecipazione ad altri Congressi, per i quali sia stata richiesta la presenza di un componente di un Organo in qualità di relatore;
e) per la partecipazione a giornate di formazione e aggiornamento su temi di tipo economico- finanziario e previdenziale e comunque attinenti l’attività dell’Ente.
Per il Mef una proposta che non può essere ritenuta assentibile in quanto “la proposta di estendere l’indennità di presenza agli ulteriori casi quali quelli elencati dalla lettera a), lettera d), ed alla lettera e) … oltre a comportare ulteriori costi per l’ente, appare ascrivibile a motivazioni di carattere non necessario ai fini istituzionali dell’Ente”.
Infine, no dei ministeri al comma 4 dell’articolo 34 che prevede: “Per coloro che sono in carica alla data di entrata in vigore delle modifiche allo Statuto deliberate dall’Assemblea Nazionale dei Delegati del 25 luglio 2020, il computo del numero di mandati di cui ai precedenti articoli 10, 13, 21, 24 e 26 si effettua dal mandato in cui è stato introdotto nello Statuto per la prima volta il limite stesso dei mandati nella medesima carica, ossia dalle elezioni relative al mandato 2012/2017”. In pratica, in base a questa norma, il computo dei mandati per gli organi in carica decorrerebbe dal 2012/2017. E dunque coloro che sono in carica alla data di entrata in vigore delle modifiche allo Statuto, sono al contempo i destinatari delle disposizioni che ampliano il numero dei mandati. Una proposta che il Ministero del Lavoro definisce “irragionevole e solo strumentale al prolungamento del mandato di coloro che siedono attualmente nelle cariche dell’ente”.
Carmelo Intersimone
delegato ENPAV Udine
Massimo Venza
delegato ENPAV Messina
Cosimo De Vita
delegato ENPAV Taranto
Maurizio Sciuto
delegato ENPAV Enna
Massimo Campagna
delegato ENPAV di Latina
Franco Bitossi
delegato ENPAV Forli?-Cesena
Mario Bruno
delegato ENPAV Trapani
Ignazio Sudano
delegato ENPAV Ragusa
Fabio Negretto
Delegato ENPAV Venezia
Donatella Beer
delegato ENPAV Verbano Cusio Ossola
Paolo Guida
delegato ENPAV Ferrara
Davide D’Ambrosi
delegato ENPAV Reggio Calabria
Francesco De Miccolis Angelini
delegato ENPAV Bari
Diego Fabris
delegato ENPAV Vicenza
Alberto Brizzi
delegato ENPAV Parma
Manuela Pasquali
delegato ENPAV Aquila
Romina Di Costanzo
delegato ENPAV Teramo
Giuseppe Torzi
delegato ENPAV Chieti 1
Andrea Puce
delegato ENPAV Lecce
Luigi Morena
delegato ENPAV Salerno
Angelo Raffaele Lanza
delegato ENPAV Avellino
Marco Betti
delegato ENPAV Siena
Piero Zizzi
delegato ENPAV Brindisi
26 maggio 2021
Quotidiano sanità
Allegati: