Repubblica. Una famiglia di cinghiali aggredisce una donna che esce dal supermercato con la busta della spesa. Siamo a Formello, a nord di Roma. La signora accenna ad una timida resistenza, poi scappa e lascia la spesa ai famelici animali.
Da venerdì il video ha preso a girare sui social. Lo ha ripreso anche il britannico The Guardian dedicandogli un articolo non certo lusinghiero per Roma e dintorni. Finché la sindaca Virginia Raggi non si è decisa anche lei a postarlo accompagnandolo con una lunga spiegazione. «La propaganda della campagna elettorale ha trasformato questo video nella solita accusa nei confronti di Roma e della sua amministrazione», scrive. Ci tiene a specificare, la sindaca, che Formello è un comune amministrato da un sindaco della Lega e che spetta alle Regioni gestire la fauna selvatica. «Come se a Roma i cinghiali non girassero», hanno ribattuto in tanti. In effetti, da tempo i cinghiali sono di casa anche nella capitale, specialmente nelle periferie, a ridosso delle aree verdi che fanno da corridoio ecologico per la fauna selvatica. Lo spiega la stessa sindaca nel suo post: «I cinghiali aumentano perché non ci sono più specie antagoniste, che ne limitano il numero. Dunque si avventurano anche dove vivono gli uomini: per questo motivo rovesciano i bidoni dei rifiuti o, attratti dall’odore, arrivano nei pressi dei negozi di alimentari ».
Un post che rischia un effetto boomerang, perché a Roma i cinghiali non devono neanche fare la fatica di rovesciare i cassonetti, tanto grandi sono le montagne di rifiuti all’esterno. La “grande monnezza” sta ovunque, per l’evidente mancanza di interventi strutturali.
Così, dopo la colata di asfalto per la manutenzione della ciclabile sulle banchine del Tevere sottoposte a vincolo architettonico e paesaggistico, anche i cinghiali finiscono nell’arena della campagna elettorale. Nel caso del tappeto d’asfalto sulla ciclabile, era stato il candidato sindaco Carlo Calenda ad aprire le danze della polemica. Ed inaspettatamente anche il presidente della Regione Lazio ed ex segretario Pd Nicola Zingaretti si era gettato nella mischia: «Abbiamo tante buche nelle strade, ma mettiamo l’asfalto sulla banchina del Tevere». La giunta Raggi si era difesa sostenendo che la manutenzione arrivava dopo anni di immobilismo. Finché la soprintendenza di Stato non ha sospeso i lavori chiedendo al Campidoglio di ricominciare tutto l’iter.