Repubblica. L’obiettivo finale è quello di cancellare il coprifuoco a partire dal 14 giugno per garantire vacanze senza eccessive restrizioni a turisti italiani e stranieri. Ma il centrodestra non rinuncia a tentare l’ultima spallata per portare da subito il limite a mezzanotte piuttosto che alle 23. I dati confortanti (più del previsto) del monitoraggio di venerdì scorso, con l’Rt (pronto ormai al pensionamento) in inatteso calo dopo tre settimane di lieve rialzo, hanno ringalluzzito il fronte degli “aperturisti”. E così la cabina di regia che Draghi presiederà oggi pomeriggio per il primo check dopo le riaperture del 26 aprile potrebbe rimettere in discussione la decisione di allungare da lunedi 24 maggio il coprifuoco alle 23, come pure i governatori avevano già accettato con un documento unitario venendo incontro all’esigenza di estrema prudenza di graduare l’allentamento delle misure.
Esigenza ribadita ancora ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza agli Internazionali di tennis del Foro Italico, prima manifestazione sportiva ad ammettere sugli spalti il pubblico ad un quarto della capienza. «È bello rivedere il pubblico in sicurezza ad una manifestazione sportiva — il commento di Speranza — Possiamo proseguire con ragionata fiducia verso le graduali riaperture delle altre attività, mantenendo la necessaria prudenza. Con dati in miglioramento possiamo allentare e poi superare il coprifuoco ».
È ancora una volta Salvini a guidare la corsa alle riaperture. E il leader della Lega, che ha convocato per oggi una videoconferenza con i suoi subito prima della cabina di regia, darà mandato di forzare la mano il più possibile. «Ci aspettiamo riaperture e ripartenza, lavoro e libertà, all’aperto e al chiuso, di giorno e di sera! Fidiamoci degli italiani #nocoprifuoco», lo slogan di Salvini che trova sponda in Forza Italia ma anche M5S e Iv sarebbero favorevoli. Si spinge anche per la riapertura già dal 24 dei ristoranti e bar al chiuso (magari con una capienza ridotta): se dovesse invece rimanere ferma la data dell’ 1 giugno per tornare a cenare la sera al chiuso, più probabile che si trovi un accordo per consentire da subito la possibilità di consumazioni veloci al bancone dei bar, anche se all’interno.
Tutti d’accordo sulla ripresa dello shopping nei centri commerciali anche nei weekend che potrebbe essere autorizzato persino fin dal prossimo fine settimana, a partire da sabato 22. Improbabile invece che ci siano anticipi per la ripartenza delle palestre, già fissata all’1 giugno, data che verrà estesa anche alle piscine al chiuso. Così come tutta in salita sembra la strada per i parchi divertimento che, nonostante le proteste, difficilmente riapriranno prima di luglio. Troppo rischiosa viene considerata la gestione di migliaia di persone ( la più parte dei quali bambini o ragazzi tutti non vaccinati), anche se all’aperto.
Attesa per oggi anche la data per il settore del wedding: dal 15 giugno — assicura la ministra per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini — potranno ripartire i ricevimenti e le feste all’aperto e al chiuso per matrimoni e altre cerimonie. Quasi certamente condizionando il numero degli invitati al possesso del green pass , la certificazione di doppia vaccinazione o guarigione dal Covid da non più di sei mesi o, in alternativa, l’esito negativo di un tampone. Certificazione che potrebbe essere richiesta per partecipare ad altri eventi, sportivi o culturali, spettacoli e concerti.
Oggi la cabina di regia farà le sue valutazioni ( compresa quella definitiva sui nuovi parametri per la valutazione del rischio che prenderanno il posto del vecchio Rt) che verranno poi sottoposte alla Conferenza delle Regioni. Il monitoraggio di venerdì prossimo (ritenuto dal Cts quello pienamente attendibile per verificare il reale impatto delle riaperture sulla curva dei contagi) darà il sugello definitivo alle decisioni che saranno formalizzate dal Consiglio dei ministri in un nuovo decreto.