Con una lettera urgente indirizzata ai direttori generali delle Ulss, ai vertici politici e tecnici della sanità regionale e all’Inail, il Sindacato italiano dei veterinari di medicina pubblica del Veneto, a fronte del grave diffondersi del contagio, dell’elevato numero di focolai che si sono verificati in stabilimenti di lavorazione delle carni e dell’allarmante numero di veterinari pubblici contagiati, ha chiesto l’introduzione immediata di misure correttive e procedure specifiche a tutela della sicurezza e della salute del personale veterinario e dei Dipartimenti di prevenzione.
Attraverso un’articolata analisi e l’esame degli studi scientifici condotti a livello internazionale e nazionale (studi non disponibili sulla seconda fase dell’emergenza in Veneto, ndr), il Sivemp ricostruisce come la mancata predisposizione e la carente attuazione di adeguate procedure di contrasto al contagio sia alla base del diffondersi del virus sul territorio, negli impianti di macellazione e negli stessi uffici delle Ulss.
A conclusione del documento, che approfondisce le criticità e indica le azioni correttive da mettere in atto, il Sindacato avanza una serie di richieste precise, a partire dall’aggiornamento del Documento aziendale di valutazione dei rischi ai nuovi livelli di rischio, con revisione periodica, sistematica e adeguata. Lo screening sul personale dovrà essere effettuato con l’utilizzo di tamponi molecolari (e non con i test rapidi scarsamente affidabili) e con il rispetto tassativo delle frequenze di controllo. Andrà attuato, da parte degli Spisal, mediante appropriate liste di verifica, un controllo molto stringente sui requisiti Anticovid degli impianti di macellazione. Nei casi di positività in aziende alimentari, zootecniche, ditte e impianti soggetti a ispezione e vigilanza veterinaria nonché negli stessi uffici Ulss, andranno messe in campo tempestivamente specifiche e codificate procedure da applicare in modo rigoroso. Il Sivemp sollecita anche l’implementazione di attività di aggiornamento a favore del personale che opera in contesti a rischio Covid diversi dall’ambito ospedaliero e raccomanda alle aziende sanitarie la gestione sistematica, in caso di positività del dipendente, della proceduta di comunicazione obbligatoria dell’infortunio all’Inail.
15 dicembre 2020