Il “cluster 5”, la nuova variante di SARS-CoV-2 identificata nei visoni d’allevamento e in dodici persone dello Jutland, dovrà essere studiata in laboratorio prima di un pronunciamento ufficiale e fondato sulla sua reale portata e sulle sue conseguenze per la ricerca immunologica. Nella sua valutazione del rischio, l’OMS chiede il sequenziamento dell’intero genoma per conoscere questa mutazione: “Tutti i virus cambiano, incluso SARS-CoV-2”. Quella dello Jutland non è la prima variante.
Questi animali «possono agire come un serbatoio di Sars-CoV-2, trasmettendo il virus» all’interno della loro specie “e possono rappresentare un rischio di propagazione del virus dal visone all’uomo. Le persone possono poi trasmettere questo virus all’interno della popolazione umana. Può inoltre verificarsi un ritorno, una trasmissione da uomo a visone. Rimane motivo di preoccupazione quando un virus animale si diffonde nella popolazione umana o quando una popolazione animale potrebbe contribuire ad amplificare e diffondere un virus che colpisce l’uomo. Quando infatti i virus si spostano tra le popolazioni umane e animali, possono verificarsi modificazioni genetiche nel patogeno».
Nè l’OMS nè i Servizi Veterinari della Danimarca parlano di trasmissione confermata da visone a uomo per il cluster 5. In generale, l’OIE – alla luce dei report ricevuti, in particolare dai Paesi Bassi – ritiene che negli allevamenti di visoni “esiste la possibilità di trasmissione di SARS-CoV-2 dal visone all’uomo a seguito dell’infezione di questi animali”. Fra le specie animali suscettibili al SARS CoV-2 i visoni presentano un elevato tasso di mortalità.
Paesi interessati. Danimarca, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Italia e Stati Uniti d’America, hanno segnalato il virus SARS-CoV-2 nei visoni d’allevamento all’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE).