Sono ancora presenti incongruenze nei dati della banca dati nazionale delle anagrafi zootecniche. Per questo il Ministero della Salute chiederà “approfondimenti specifici” a ciascun Servizio veterinario regionale. Lo rende noto la Direzione Generale della Sanità Animale che il 30 ottpbre ha scritto alle Regioni, segnalando “notevoli differenze” tra i dati in BDN riferiti al 2019 e quanto comunicato dalle stesse Regioni ai fini della programmazione del Piano nazionale residui del 2020.
“In periodi di emergenza come quelli attuali l’individuazione degli allevatori che hanno diritto ad accedere ad eventuali benefici economici è normalmente eseguita sulla base delle informazioni presenti in BDN”. E “la Banca dati zootecnica “se ben alimentata fornisce un patrimonio di dati e informazioni indispensabili per l’alimentazione dei sistemi di sorveglianza epidemiologica e per la gestione di emergenze sanitarie, per la programmazione e l’esecuzione dei controlli di sanità pubblica veterinaria, per la trasmissione diretta delle informazioni all’Istat, per i sistemi di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti di orgine animale”.
Agli allevatori e ai Servizi Veterinari il Ministero ribadisce che “necessaria ed urgente” l’adozione di tutte le misure che assicurino “il completo e continuo aggiornamento della BDN”.
Le incongruenze riguardano il numero di capi macellati, il numero di allevamenti e il numero di macelli attivi. Inoltre rimane tuttora elevato il numero di stabilimenti che non registrano macellazioni in BDN. La Direzione ministeriale esorta i Servizi Veterinari a verificare che gli operatori del settore soddisfino i requisiti normativi, e di prevedere “soprattutto in caso di recidive, anche la possibilità di sospensione dell’attività per un periodo di tempo adeguato”. Per le violazioni in materia di rintracciabilità è possibile applicare le sanzioni previste dall’articolo 2 del Decreto Legislativo 190/06.