Il 7 maggio, L’OIE dipartmento “Preparedness and Resilience” e il gruppo di lavoro ad hoc OIE ad hoc Group su COVID-19 e l’interfaccia uomo-animale, ha prodotto un documento cui ispirarsi per la rilevazione clinica e di laboratorio e la segnalazione di Sars-Cov-2 in animali da affezione, produzione, in cattività, e selvatici, ad indicare il carattere zoonosico di tale virus.
Tale documento trae spunto dal progressivo allargarsi dello spettro di specie animali risultate sviluppare naturalmente e/o sperimentalmente la malattia (leone, tigre, gatto, furetto, primati non umani, cavia, criceto, visone,…).
Una indicazione è data dalla compatibilità tra la struttura del Receptor Binding Domain (RDB) della proteina Spike virale, con i recettori delle cellule epiteliali ACE2 nelle varie specie animali, unitamente alla presenza degli enzimi proteolitici cellulari responsabili dell’attivazione della regione “trimero” del RDB e quindi dell’internalizzazione del virus (vedi figura). Tutto ciò rende quantomai attuale in chiave di “preparedness” – contrasto e risposta veterinaria -l’attivazione di sistemi di sorveglianza attiva e passiva per Sars-Cov-2, estesi non solo agli animali, ma anche alle persone che se ne prendono cura o vengono a contatto, in chiave One Health.
A tale proposito, le ultime evidenze descrivono la presentazione della sintomatologia respiratoria e polmonare tipica del quadro clinico umano nel criceto, dopo 6 passaggi ciechi di infezione sperimentale. I fattori di rischio virali sono quindi legati sia alla circolazione del virus, sia alla capacità dei coronavirus di dare luogo a nuovi patotipi, per co-infezione di differenti ceppi virali, come già ampiamente riportato nel caso della Bronchite Infettiva Aviare.
E’ quindi rilevante nel documento OIE la mancata definizione di una lista positiva delle specie da attenzionare, dato il vasto potenziale zoonosico di questo virus. Nel documento si definiscono i differenti scenari in cui si può manifestare la infezione da Sars-Cov-2, l’intensità con cui si può verificare l’infezione, e il rischio posto in termini ecologici, sanitari, socio-economici, sia per diffusione tra gli animali e tra uomo e animale, che per il danno arrecato, clinico, in termini di bio-diversità, in termini di ricadute sociali ed economiche. In questo OIE sottolinea che la malattia ormai è soggetta ad obbligo di segnalazione e di indagine epidemiologica. A tale proposito vengono fornite le definizioni di caso sospetto e di caso confermato alla base della indagine epidemiologica, e date le indicazioni su quando e come operare tecnicamente il prelievo per l’analisi del genoma virale, e la verifica di infettività, e lo schema della relazione del caso con il control trace epidemiologico. Di assoluta rilevanza il fatto che OIE ritiene non opportuno iniziare a fare indagini se non si sia già sviluppato un piano di gestione del rischio. Indicazioni di suscettibilità ad infezione virale di varie specie animali, selvatiche, sinantrope, di compagnia, di interesse zootecnico sulla base di modellistica “in silico” tra proteina S e recettore ACE2 cellulare. Non è riportato il visone.
Tratto da “SARS-CoV-2 spike protein predicted to form stable complexes with host receptor protein orthologues from mammals, but not fish, birds or reptiles” Lam, S. D., et al.,. doi: 10.1101/2020.05.01.072371