Se è vero che confermarsi al vertice è più difficile di vincere, ecco Milano può dire di avercela fatta. Prima per il secondo anno consecutivo nell’annuale classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita: il momento magico è ormai ciclo storico, l’ex metropoli industriale, fredda, grigia e in decadenza è ora meta turistica e calamita di forze, energie e cervelli. «Internazionale», «aperta» e «contemporanea», come ama descriverla il suo sindaco, Beppe Sala. E con una nuova sfida da vincere dopo quella di Expo: le Olimpiadi invernali del 2026 , in tandem con Cortina.
La città (ri)acquista abitanti (superata a settembre la soglia di 1,4 milioni) e ospita da sola, come ricorda lo stesso Sala, un terzo delle multinazionali del Paese. Milano, secondo la graduatoria del giornale, è prima nella categoria «Affari e lavoro», seconda alla voce «Ricchezza e consumi» e terza per «Cultura e tempo libero». «Non posso che esserne soddisfatto. E fiero. Ma dopo la gioia viene il dovere e, quindi, testa sui futuri impegni», commenta il sindaco. Perché anche nella Milano che ce la fa, in un Paese che invece arranca, qualche segnale d’allarme s’intravede: il capoluogo lombardo, con la sua provincia, si piazza per esempio in ultima posizione in fatto di numero di reati denunciati e litigiosità. «C’è molto da fare», aggiunge allora Sala che però crede che quell’ultimo posto si spieghi soprattutto con un’evidenza: «Qui i reati si denunciano e si crede ancora nelle istituzioni. In ogni caso il lavoro che si sta facendo con prefettura e questura è molto intenso. Per esempio contro il racket delle occupazioni. Nessuno ha la bacchetta magica, ma andremo avanti su questa strada».
Per Sala ci sono altri tre «aspetti» su cui è possibile e necessario fare meglio. Tre ossessioni, quasi. Una maggiore equità sociale (con al centro l’eterno tema delle periferie «che però non abbiamo certo abbandonato al loro destino, anzi»), un impegno ancora maggiore sul fronte ambientale e infine il problema della casa. Nella città che ha in pancia 13 miliardi di investimenti immobiliari, mancano alloggi in affitto a prezzi «umani». «Il centro è saturo e lo è anche il mercato più ricco. I nuovi investimenti dovranno concentrarsi laddove c’è una reale richiesta».
Milano di nuovo capitale morale del Paese? Quella vera, di capitale, offre intanto incoraggianti segnali di ripresa: Roma è diciottesima e sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Subito dietro Milano la classifica del Sole 24 Ore conferma le province dell’arco alpino: Bolzano e Trento, rispettivamente al secondo e al terzo posto, seguite da Aosta.
Il sindaco Sala
«Fiero dei risultati, ma dobbiamo lavorare ancora sull’equità sociale, sul fronte dell’ambiente e sul problema della casa»
Nella top ten si incontrano anche Trieste (al quinto posto) e Treviso (all’ottavo), ed è da segnalare l’exploit di Monza che con la Brianza scala 17 posizioni fino alla sesta. Bene anche Verona, Venezia e Parma. Le grandi città recuperano però punti rispetto alla provincia. Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81esima), rispetto alla scorsa edizione, sale di 13 posti. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 gradini (20esima), Genova sale di 11 (al 45esimo posto), Firenze di sette (15esima) e Torino è 33esima (+ 5 sul 2018). Infine, Bari che guadagna 10 posizioni, raggiungendo il 67esimo posto. Bologna è invece in calo pur restando nella parte alta della classifica al 14 posto.
Il divario Nord-Sud rimane invece evidentissimo: tra le prime venti c’è appunto solo Cagliari a rompere il monopolio settentrionale, mentre in fondo alla classifica l’unica provincia del Nord segnalata è Imperia (89esima).
Corriere della Sera