Il sindacato chiede che il testo, approvato dal Senato e in discussione alla Camera, venga modificato: “Il testo attualmente in discussione alla Camera non tutela gli operatori sanitari che svolgono le loro funzioni non all’interno di strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche o private, ma presso il domicilio dei cittadini, sulle strade, nei cantieri, nei macelli, nelle aziende zootecniche, ovvero luoghi che non possono in alcun modo essere catalogate come strutture sanitarie”
“Dopo aver scritto al nuovo Ministro Roberto Speranza per chiedere che vengano corretti alcuni articoli del DDL “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni” perché inefficaci rispetto alla necessaria tutela di tutti i medici, veterinari e sanitari del SSN nonché e in particolare di tutto il personale dei Dipartimenti di Prevenzione, dei Servizi di 118 e Guardia medica, che operano al di fuori delle strutture sanitarie e socio sanitarie”. È quanto evidenzia la FVM ai Parlamentari presentando analoga richiesta.
“Il testo – si legge in una nota – attualmente in discussione alla Camera non tutela gli operatori sanitari che svolgono le loro funzioni non all’interno di strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche o private, ma presso il domicilio dei cittadini, sulle strade, nei cantieri, nei macelli, nelle aziende zootecniche, ovvero luoghi che non possono in alcun modo essere catalogate come strutture sanitarie. Oltre 10 anni fa FVM è stato il primo sindacato a denunciare l’aumento degli atti intimidatori nei confronti degli operatori sanitari”.
“In primavera – ricorda il sindacato – FVM, con appositi e formali atti di diffida, ha ritenuto urgente sollecitare la massima attenzione presso tutte le aziende sanitarie intimandole di verificare se siano state poste in essere tutte le azioni dovute per legge quale tutela del lavoratore in termini di “sicurezza totale” del lavoro, ai sensi perciò del D.lgs. 81/2008. Un maggiore livello di attenzione, così come sollecitato, costituisce già un valido argine rispetto ai danni diretti o indiretti conseguenti ad aggressioni. Il Ministro Speranza ha già dato dei riscontri positivi alle nostre richieste ora aspettiamo una risposta dal Parlamento”.
22 ottobre 2019