E’ aumentato il rischio di introduzione in Italia della Peste suina africana. La diffusione “non si arresta“. Il quadro epidemiologico ha ormai coinvolto anche la Serbia e pertanto “è più che mai essenziale disporre in BDN (Banca dati zootecnica nazionale) di informazioni complete e continuamente aggiornate sul patrimonio zootecnico dei suini”.
La raccomandazione, a firma Silvio Borrello, è della Direzione Generale della Sanità Animale che ieri ha invitato gli Assessorati e i Servizi Veterinari regionali “allo studio dettagliato” dei dati presenti in BDN, per garantire “una maggiore efficienza ed efficacia del sistema di identificazione e registrazione dei suini e “attuare, in maniera mirata e tempestiva, le verifiche, le correzioni necessarie e le azioni in caso di non conformità alla normativa, incluse le sanzioni amministrative, per gli allevatori e i responsabili degli stabilimenti di macellazione inadempienti“. Allo scopo, la BDN rende disponibili apposite funzionalità di consultazione statistica e di valutazione delle implementazioni a sistema.
Oltre ad elencare le azioni da effettuare e a dare la più ampia diffusione, la nota evidenzia che, al 30.06.2019, in BDN il numero di allevamenti suini aperti senza capi in stalla da almeno 12 mesi è pari a 3.482 e tale criticità si riscontra in tutte le regioni, con valori più alti in Veneto (595), Lazio (549) e Sicilia (331); il numero di allevamenti chiusi con capi in stalla assume aspetti preoccupanti in Sardegna dove è pari a 386; la media nazionale di allevamenti suini per cui non è presente il censimento aggiornato è del 28,7% del totale; la percentuale nazionale delle movimentazioni di suini verso il macello prive della relativa notifica di macellazione è pari al 43% sul totale di tali movimenti.
6 settembre 2019