L’Unione europea e i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay) hanno raggiunto un accordo commerciale dopo 20 anni di trattative. Lo si è appreso a Bruxelles da fonti vicine al negoziato. Per i quattro paesi dell’America Latina si tratta del primo trattato bilaterale e l’accordo – favorito dalla volontà delle parti di dare anche così una risposta al protezionismo di Donald Trump – è arrivato dopo una settimana di intensi negoziati a Bruxelles a tutti i livelli, tecnici e politici.
Stretta tra l’unilateralismo neoprotezionistico americano e gli strali di Putin sull’obsolescenza della liberaldemocrazia, l’Unione Europea ha trovato il modo di distinguersi al G20 come campione del libero commercio, del multilateralismo e della protezione ambientale. I leader europei presenti si sono uniti a quelli sudamericani nel salutare il raggiungimento dell’accordo di libero scambio tra Ue e Mercosur come un traguardo storico: un accordo che invia al mondo intero un messaggio in favore non solo del free trade, ma del libero commercio anche come strumento per una politica contro i cambiamenti climatici. Lo ha sottolineato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, che ha parlato di «momento veramente storico» – che chiude negoziati iniziati esattamente 20 anni fa – nel quadro di precisi impegni tra i Paesi aderenti per «un’effettiva attuazione degli accordi di Parigi» e per «fermare la deforestazione dell’Amazzonia». Il presidente argentino Mauricio Macri – reduce dall’ennesimo incontro con la direttrice dell’Fmi Christine Lagarde – ha parlato anch’egli in termini di evento epocale («Una delle poche buone notizie degli ultimi tempi»).
«Quando abbiamo firmato l’accordo con il Canada, CETA, eravamo stati criticati come se non avessimo voluto combattere i cambiamenti climatici. Oggi il Canada è uno dei più grandi sostenitori dell’accordo di Parigi», ha detto Juncker, che si è anche compiaciuto di annunciare che domani ad Hanoi sarà firmata l’intesa di liberalizzazione su commercio e investimenti tra Ue e Vietnam, rimasta in stallo un paio d’anni. Un accordo che potrebbe porre le basi per facilitare un negoziato con l’intera area Asean.
Senonché il Free Trade Agreement con il Mercosur si profila più controverso di quello con il Giappone entrato in vigore cinque mesi fa: l’approvazione finale dei singoli Paesi membri e del Parlamento Ue non appare semplice, per le opposizioni espresse in particolare dal settore agricolo e da associazioni di consumatori e ambientalisti. Opposizione che potrebbe essere cavalcata da ambienti politici, anche in Italia, e generare nuove incomprensioni con Bruxelles. Facile prevedere che si profili una divaricazione tra entusiasmo di Confindustria e le riserve di Federalimentare (che aveva criticato persino l’intesa con il Giappone, che sta già dando forti benefici ai nostri produttori alimentari).
Il premier Giuseppe Conte è ottimista: «I negoziati non si improvvisano: questo è durato vent’anni. Ci sono prerogative nazionali dei parlamenti per la ratifica. Alcune preoccupazioni che accompagnano questi accordi ci sono sempre, ma dal punto di vista del controllo sanitario, delle verifiche, la Ue non è seconda a nessuno. Ci sono tutte le più ampie garanzie, non solo a tutela degli interessi dei nostri produttori, ma anche della sicurezza dei nostri consumatori». Lapidario il ministro dell’Economia Giovanni Tria: «Per me tutti i Free Trade Agreements sono positivi». Juncker ha detto che, anche se occorre fare compromessi, «i nostri settori più sensibili sono protetti da quote e periodi scaglionati di implementazione».Inoltre «sulla sicurezza alimentare il principio di precauzione è incluso nel testo, le indicazioni geografiche saranno tutelate e aboliti i dazi su vino e olio di oliva».
Marco Centinaio: “Come Ministro dell’Agricoltura non sono assolutamente soddisfatto e sono profondamente preoccupato per le ripercussioni negative che potrà avere qualora fossero confermate le aperture al Mercosur verso le nostre produzioni sensibili quali riso, sul quale non è possibile accettare continue concessioni, e carne di pollame. Opporremo la massima contrarietà in tutte le sedi competenti. Gia’ da ora posso dire chiaramente che non permetteremo che vengano penalizzati i nostri agricoltori e le nostre filiere. Non siamo contro gli accordi commerciali internazionali, ma siamo contrari a quelli che non tutelano le nostre produzioni che seguono standard e percorsi di qualità ben diversi da quelli di altri Paesi Extra Ue. Peraltro siamo anche molto perplessi sulla parte che riguarda i possibili vantaggi offensivi per le nostre esportazioni di olio di oliva, pasta e formaggi sui quali continueremo a chiedere le più ampie garanzie, compreso il totale riconoscimento e tutela dei nostri prodotti DOP e IGP. Vigileremo da subito, va bene aprire ai mercati ma servono innanzitutto regole comuni certe e rispettate da tutti”. E’ quanto dichiara il Ministro delle Politiche alimentari, forestali e del turismo Sen. Gian Marco Centinaio,