Negli ultimi vent’anni in Italia la temperatura media di fine giugno è stata 27 gradi centigradi. Per domani ne sono previsti 40. Non solo in Italia, ma anche in Spagna, Francia e Germania. Le carte meteo assomigliano all’immagine di un camino acceso, con la base in Africa e lingue di fuoco che si allungano verso Nord, coprendo mezza Europa. In Francia hanno preso la situazione sul serio. I messaggi di allerta sono diffusi a ripetizione su radio, tv e sui pannelli luminosi nelle metro e per strada. Qui nel 2003 un’estate torrida causò la morte di 15mila persone. Ma l’ondata di caldo colpì ad agosto. Quest’anno siamo ancora a giugno.
In Italia il Ministero della Salute pubblica ogni giorno sul suo sito il “Bollettino sulle ondate di calore”. Per domani, giorno peggiore, è previsto il bollino rosso a Bolzano, Brescia, Firenze, Perugia, Rieti e Roma. Le temperature massime supereranno i 35 gradi quasi ovunque al centro- nord, per arrivare a 40 nelle città col bollino. Né la fiammata passerà in fretta. «Un anticiclone dal Nordafrica sta occupando l’Europa occidentale. Nel fine settimana le temperature diventeranno più accettabili. Ma non prevediamo cambiamenti sostanziali. Continuerà a fare caldo », conferma il meteorologo Carlo Cacciamani, responsabile del Centro funzionale centrale della Protezione Civile. «Il problema non è solo il caldo di giorno», aggiunge Marina Baldi, ricercatrice dell’Istituto di Biometeorologia del Cnr. «Farà caldo anche di notte. Il termometro resterà sui 20 gradi perfino a Parigi». Le tendenze mensili del Centro meteo dell’aeronautica parlano di un luglio più caldo e secco della media. E dire che tre giorni fa il Nord Italia era sommerso dai nubifragi, mentre un mese fa eravamo calati in un maggio autunnale con 7 gradi sotto alla media.
I tempi in cui il colonnello Bernacca disegnava con un’ampia rotazione del braccio l’anticiclone delle Azzorre, segno di un’estate benigna, sono andati. «No, l’anticiclone delle Azzorre sembra deciso a restare alle Azzorre» conferma Baldi. «Non è vero che non tornerà più», spiega Cacciamani. «Ma oggi la circolazione dell’atmosfera è definitivamente cambiata. È un effetto del riscaldamento globale». Con il suo, di braccio, Cacciamani fa il segno di un ribaltone. «Le correnti che prima erano orizzontali ora sono diventate verticali. Eravamo abituati all’anticiclone delle Azzorre che da ovest si estendeva verso est e ci copriva con le sue estati normali, a 30 gradi». Oggi il clima è diventato un susseguirsi di lingue calde dall’Africa che ci arroventano e irruzioni dall’artico che portano cattivo tempo. «I movimenti orizzontali avvengono grosso modo alla stessa latitudine. Non portano dunque con sé grossi sbalzi. Quelli verticali sono assai più instabili».
La gigantesca corrente d’aria che spazza l’emisfero Nord da Ovest a Est, chiamata jet stream, oggi è meno lineare. Si è arricchita di anse e meandri che vanno su è giù. «Noi meteorologi diciamo che è ubriaca. Ma non è divertente. Il clima che cambia non vuol dire solo aumento della temperatura. È tutto il sistema che risulta sconvolto».
Repubblica