È finita, purtroppo, la tregua immobiliare. L’ultima legge di Bilancio, infatti, ha ridato ai Comuni la possibilità di aumentare le aliquote di Tasi e Imu (oltre che dell’addizionale Irpef), una possibilità rimasta congelata per alcuni anni. Nei centri dove le aliquote non sono ancora al livello massimo, è probabile che le imposte sugli immobili nel 2019 costeranno di più. Al momento, però, non si conoscono le decisioni dei Comuni, che hanno tempo fino al 28 ottobre per stabilire le aliquote. L’operazione acconto, che va versato entro lunedì 17, non dovrebbe comunque creare problemi perché la rata di giugno si calcola secondo le regole stabilite nel 2018. Quindi, se non è cambiato nulla nella propria situazione immobiliare, basterà versare il 50% di quanto corrisposto l’anno scorso. Ma a dicembre, le cose si faranno più complicate perché bisognerà ricalcolare Imu e Tasi dovute in base alle nuove aliquote e poi detrarre quanto pagato a giugno. Meno soldi in tasca, dunque, e più grattacapi. Per fortuna sono state confermate per il 2019 le agevolazioni in vigore, come l’esenzione completa per l’abitazione principale purché non di lusso, la riduzione al 50% per i comodati genitore-figlio (ma rispettando precise condizioni) e la riduzione del 25% per gli immobili affittati a «canone concordato. Vediamo di riepilogare le regole, che sono sostanzialmente simili per Imu e Tasi.
Potrebbe interessarti anche
Scrivi un commento