Miteni di nuovo nelle mani della multinazionale Icig, insorgono le Mamme No Pfas: «È inaccettabile il subentro di Icig, che è coinvolta nell’inchiesta sulla contaminazione, per la bonifica del sito di Trissino». E la Cgil chiede un incontro urgente al curatore fallimentare: «Vogliamo vedere atti ufficiali prima di pronunciarci – dichiara il segretario provinciale Giampaolo Zanni – allo stato non si capiscono le motivazioni di questo rientro in scena della multinazionale».
La proprietà di Miteni acquisisce gli stabilimenti: «Inaccettabile, vanno rimossi»
Con una lettera indirizzata anche alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Vicenza, al Giudice delegato per il fallimento della Miteni spa, nonché alla Provincia di Vicenza, al Comune di Trissino e all’Arpav, il coordinatore dell’Avvocatura regionale, avvocato Ezio Zanon, ha invitato la proprietà dell’azienda subentrante alla Miteni spa – che sta acquisendo dal fallimento la gestione degli stabilimenti con un atto in corso di perfezionamento – a garantire “l’applicazione incondizionata” di tutte le misure di prevenzione contro ogni possibile ulteriore contaminazione della falda. Ha, inoltre, sollecitato l’azienda nella gestione di tutte quelle misure già in essere e della loro implementazione secondo le determinazioni impartite al fallimento negli ultimi mesi.
Nella stessa lettera, la Regione invita le Amministrazioni Pubbliche a proseguire nell’esercizio dei loro compiti di vigilanza anche nei confronti dell’azienda subentrante, e non più soltanto della Miteni spa, in continuità con quanto fino ad ora attivato. La stessa società subentrante è stata altresì sollecitata a rendere edotta, quanto prima, la Regione di tutte le modalità operative con cui intende procedere relativamente alle prescrizioni di sicurezza già comunicate.
ur apprezzando la disponibilità dimostrata dalla proprietà della Miteni spa a sostenere con un proprio intervento finanziario l’attività di prevenzione, l’Avvocatura regionale ha fatto presente che l’impegno finanziario e la sua durata non sono adeguati rispetto ai tempi del fallimento e al completamento delle operazioni di approvazione di un progetto di bonifica, ritenendo perciò di “primaria importanza” che l’impegno manifestato dalla società possa essere disposto su una durata di cinque anni, sia per l’apporto finanziario sia per la connessa garanzia fideiussoria volontariamente proposta dalla proprietà a garanzia delle spese da sostenere per garantire il funzionamento della barriera idraulica. Per quanto riguarda la garanzia fideiussoria che la società subentrante intende rilasciare, inoltre, nella lettera si sottolinea l’opportunità che essa venga rilasciata a favore della Regione del Veneto, della Provincia di Vicenza e del Comune di Trissino, con clausola “a prima richiesta” a favore della Regione. Questo al fine di garantire a pieno il finanziamento delle opere di sicurezza già in corso e di quelle future.
«Inaccettabile»
Apprendiamo con profondo sdegno la notizia delle trattative in corso tra la Regione Veneto e ICIG, proprietaria di Miteni spa, riferisce in una nota il comitato Mamme No Pfas.
L’acquisto di Miteni spa da parte di ICIG è avvenuto nel 2009 per la ridicola e quantomeno sospetta cifra di 1€ e non abbiamo motivi per dubitare ciò che afferma il NOE di Treviso nella relazione consegnata alla Procura di Vicenza in cui dichiara come ICIG fosse consapevole circa le gravissime criticità del sito e dei conseguenti rischi per la salute della popolazione residente. Come è possibile riporre anche solo un briciolo di fiducia in chi ha tratto profitto sulla nostra pelle ed è corresponsabile del disastro ambientale e sanitario di cui siamo vittime?
Come può la Regione Veneto ancora una volta mettere in secondo piano la tutela dei cittadini a favore di chi con il denaro pensa di poter acquistare la giustizia?
Perché dovremmo ancora fidarci dei controlli attivati fino ad ora, quando nel 2014 la stessa Regione rilasciò a Miteni spa l’autorizzazione integrata ambientale (AIA), che comprendeva la lavorazione del GenX, senza preoccuparsi di verificare se questa pericolosa sostanza venisse rilasciata nell’ambiente, permettendo così che si propagasse fino a 7 km di distanza nella falda dalla quale attingono i nostri acquedotti?
La «garanzia fideiussoria volontariamente proposta dalla proprietà a garanzia delle spese da sostenere per garantire il funzionamento della barriera idraulica» è per noi Mamme No Pfas e cittadini contaminati un affronto vergognoso, sia da parte di ICIG che, facendo quattro conti, probabilmente spera di risparmiare rispetto ad un più pesante risarcimento alla popolazione e agli enti pubblici, che da parte della Regione Veneto che ancora una volta fa orecchie da mercante alle nostre ferme e ben motivate richieste.
L’unica bonifica che accetteremo, perché è l’unica soluzione sensata, sarà la rimozione di tutti gli edifici e del terreno contaminato nel sito occupato da Miteni spa. La Fabbrica della Morte deve diventare Il Parco della Vita, in onore di tutte le persone che non possono più urlare la loro rabbia e il loro dolore, in onore di tutti coloro che soffrono e soffriranno a causa di gente senza scrupoli, senza dignità e senza coraggio, in onore di tutti i bambini mai nati che noi mamme per prime non possiamo dimenticare per un solo istante della nostra vita.
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