«Mi hai ucciso il cane, se ti trovo in giro io uccido te». Fa fatica a dimenticare quelle parole Ambra Bacchin, veterinaria quarantenne dell’omonimo studio di via Guidi alla Guizza, che martedì si è sentita minacciata di morte dal proprietario di Steff, il bulldog francese di una famiglia romena deceduto a quasi sei anni.
La dottoressa aveva appena ultimato i vaccini agli animali di tre clienti quando alle 17.30 ha ricevuto la visita di un signore che inizialmente non ha riconosciuto. L’uomo è rimasto solo nella sala d’attesa e l’ha aggredita: «È colpa sua, non l’ha voluto curare», ha urlato prima di sputarle in faccia. Le altre persone sono tornate dentro ad aiutarla mentre lo sconosciuto scappava. La dottoressa ha chiamato la polizia, capendo solo dopo a cosa quella persona si riferisse. Ieri ha ricostruito quanto accaduto in attesa di formalizzare la denuncia. «È successo tutto improvvisamente. Mi sono vista davanti questa persona che mi ha assalito verbalmente. Io non avevo mai avuto a che fare con lui ma sempre con la moglie. Ora ho paura. Non era mai successa una cosa del genere». La storia inizia più di cinque anni fa quando il cane, che ufficialmente è di proprietà del figlio ventinovenne della coppia che lo accudiva, viene acquistato da un allevamento dell’Est. «Già dopo la prima visita mi sono accorta che soffriva di una siringomielia, un difetto congenito non curabile. Era il 2014, avevo consigliato di fare delle lastre e alcune analisi dopo una visita specialistica ma i proprietari hanno preferito curarlo con delle pastiglie. L’animale per quattro anni è stato bene, ha fatto il vaccino il 21 gennaio scorso, poi io non l’ho più visto». Steff sabato mattina si è sentito male, non camminava e in serata i proprietari hanno deciso di portarlo d’urgenza in una clinica all’Arcella dove sono state tentate delle cure nonostante le condizioni disperate. «Già in quel momento il padrone era nervoso, ha insultato i colleghi, chiedendo di andare in una struttura migliore». La mattina seguente il bulldog è morto e l’altro giorno l’uomo, sulla sessantina, si è presentato nello studio della Guizza in preda a pensieri violenti. «Speriamo sia stato solo un momento di rabbia – conclude la veterinaria – a me dispiace in primis per il cane. Il consiglio è quello di seguire sempre le indicazioni dei professionisti su come curare gli animali».
Il Corriere del Veneto