Pubblicata l’ultima relazione del Ministero della Salute riferita all’anno 2016. Salgono (+2 mln) dopo anni di calo, i ricavi totali che raggiungono quota 1,120 mld. Ma un medico emiliano guadagna quattro volte più di uno calabrese. Cresce il ricorso al Cup ma in 8 Regioni su 21 erano ancora presenti studi privati non collegati in rete o convenzioni con strutture private non accreditate. La visita ginecologica si conferma la più richiesta. LA RELAZIONE AL PARLAMENTO
La Relazione annuale sull’esercizio dell’attività libero professionale intramuraria – 2016 è stata trasmessa al Parlamento. La Relazione dà conto del grado di implementazione dei principali adempimenti previsti in materia dal decreto legge 158/2012 convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, dalla legge 3 agosto 2007, n. 120, nonché dall’Accordo Stato Regioni del 18 novembre 2010.
Ecco i principali risultati dell’analisi:
- 17 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto) hanno provveduto ad emanare/aggiornare le linee guida regionali, evidenziando un’invarianza rispetto ai risultati della rilevazione 2015
- in 13 Regioni/Province Autonome (Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, P.A. Bolzano, P.A. Trento, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto) tutte le Aziende presenti hanno dichiarato di aver attivato l’infrastruttura di rete
- in 6 Regioni/Province Autonome (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Veneto, P.A. Bolzano e P.A. Trento) tutte le Aziende garantiscono ai dirigenti medici spazi idonei e sufficienti per esercitare la libera professione, mentre negli altri contesti la maggior parte delle Aziende ha fatto ricorso all’attivazione del programma sperimentale
- 10 Regioni (Basilicata,Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Piemonte, Sardegna, Sicilia) hanno autorizzato l’attivazione del programma sperimentale con una diminuzione del numero delle Regioni da 12 nel 2015 a 10 nel 2016.
L’indagine ha inoltre evidenziato che il numero di medici che esercitano ALPI – attività libero professionale intramuraria – è diminuito passando da 59.000 unità relative all’anno 2012, pari al 48% del totale dei medici a 51.430unità nel 2016, pari al 43,3% del totale dei Dirigenti medici del SSN.
In media, nel SSN il 47,3% dei dirigenti medici, operanti nel SSN a tempo determinato e a tempo indeterminato con rapporto esclusivo, esercita la libera professione intramuraria.
La rilevazione, anche quest’anno, evidenzia un’estrema variabilità del fenomeno tra le Regioni, sia in termini generali di esercizio dell’attività libero professionale intramoenia, sia in termini specifici di tipologia di svolgimento della stessa con punte che superano quota 56% nelle seguenti Regioni:
- Marche (63%)
- Liguria (59%)
- Lazio (57%)
- Provincia Autonoma di Trento (60%)
Viceversa, il rapporto tra medici che esercitano l’ALPI sul totale dei medici in esclusività, tocca valori minimi in Regioni come:
- Sardegna (28%)
- Sicilia (34%)
- Calabria (35%)
- Umbria (36%)
- Provincia Autonoma di Bolzano (16%).
In generale l’analisi del contesto nazionale mostra nel complesso esperienze avanzate e altre in fase di allineamento e consolidamento.
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