Maurizio Tropeano. Il primo dei quaranta nuovi punti vendita che Lidl Italia aprirà nel nostro paese nel corso del 2019 è stato riaperto da pochi giorni a Milano. I nuovi store sono edifici capaci di adattarsi ai diversi contesti cittadini, in grado di evitare il consumo di suolo e, soprattutto ecosostenibili: l’immobile è di classe energetica A+, con un impianto fotovoltaico da 50 kW, postazioni per il rifornimento di automobili elettriche o ibride e una copertura verde di 1845 metri quadrati. «In quello store e in tutti i nostri 620 punti vendita italiani il 100 per cento dell’energia utilizzata proviene da fonti rinnovabili», spiega Luca Boselli, amministratore delegato finanza della filiale italiana della multinazionale tedesca del gruppo Schwarz, fondato nel 1973 in Germania, presente in 30 paesi e dal 2017 anche negli Stati Uniti. «Ma noi – spiega Boselli – siamo italiani, abbiamo un presidente italiano, un consiglio d’amministrazione tutto tricolore e, soprattutto, investiamo in Italia. Formiamo personale: 100 mila ore l’anno erogate dal nostro centro di formazione interno. E valorizziamo i prodotti italiani. Per noi l’italianità è un elemento distintivo».
In concreto?
«Siamo presenti in Italia dal 1992 e da allora non ci siamo mai fermati aprendo in media un punto vendita ogni 15 giorni. Adesso abbiamo oltre 620 punti vendita con 15 mila collaboratori. E nel 2019 investiremo in Italia 350 milioni con oltre 2000 nuove assunzioni».
In Italia la concorrenza nel mondo della grande distribuzione è sempre più agguerrita. Nel 2018 nel segmento del discount sono entrati altri due player internazionali, il colosso tedesco Aldi e i francesi di Leader Price. Siete preoccupati?
«Il mercato, al di là della distinzione di canale è un mercato unico dove i consumatori cercano qualità del prodotto, convenienza e servizi che permettano di rendere piacevole l’esperienza di acquisto. In questi anni abbiamo anche investito per migliorare il nostro assortimento dando sempre più spazio all’italianità con l’obiettivo di allargare la base clienti a fasce più ampie di consumatori attraverso un’offerta in grado di assicurare un’elevata qualità al prezzo più conveniente. Del resto questo è il nostro Dna. E i risultati ci danno ragione».
Cioè?
«Nel 2017 abbiamo registrato un fatturato di 4,3 miliardi e il 2018 dovrebbe chiudersi ancora in crescita nonostante il rallentamento dei consumi interni».
Fate parte di una grande multinazionale tedesca. Ci spiega come fate a valorizzare i prodotti italiani?
«E’ chiaro che essere parte di un grande gruppo internazionale ci permette di beneficiare di significative economie di scala ma tra le ragioni della nostra crescita c’è proprio l’italianità del nostro assortimento composto per il 15 per cento da prodotti di marca industriale e dall’85 per cento di beni a marchio proprio. Complessivamente oltre l’ottanta per cento è made in Italy e questo ci ha permesso di valorizzare il lavoro e la promozione delle piccole e medie aziende agricole italiane ».
Ci sono i numeri per dimostrarlo?
«Assolutamente sì. Abbiamo una linea che si chiama “Italiamo”, nata nel 2010, e che raccoglie il meglio delle eccellenze agroalimentari regionali con 70 referenze, tra cui molte a denominazione d’origine come la mozzarella di bufala campana Dop, la pasta di Gragnano Igp e la mortadella di Bologna Igp. Un assortimento che durante l’anno si arricchisce di altre 120 referenze. Questa linea, non solo è una vetrina del made in Italy ma ha dato la possibilità ai nostri produttori di esportare, attraverso i 10.500 punti vendita internazionali della nostra catena, beni per mezzo miliardo di euro. Nel 2016 abbiamo introdotto a scaffale una linea completa dedicata al mondo dell’alimentazione organica a marchio “Bio Organic”. E poi grazie ad un accordo con Coldiretti e Filiera Agricola italiana nei nostri punti vendita vengono commercializzati anche i prodotti con logo “Firmato dagli Agricoltori Italiani”. Si tratta di una produzione etica e totalmente tracciabile. Per noi la sostenibilità è un tratto distintivo».
A dire il vero tutti parlano di sostenibilità…
«Io parlo della nostra esperienza. Utilizziamo solo energia da fonti rinnovabili. Nella logistica siamo stati i primi ad utilizzare motrici con gas liquido naturale. Lo scorso ottobre è stato presentato il primo mezzo alimentato ad azoto che garantisce emissioni zero anche per quanto riguarda la rumorosità e noi siamo stati i primi ad utilizzarlo. E poi c’è un forte impegno per la riduzione della plastica: entro l’anno spariranno dai nostri scaffali i prodotti mono uso di plastica e saranno sostituiti con prodotti biodegradabili. Nel nostro piano industriale Entro il 2025 è prevista la riduzione del 20% del consumo di plastica. Senza dimenticare la lotta allo spreco alimentare. Grazie alla collaborazione con Banco Alimentare abbiano recuperato 2000 tonnellate di cibo per 4 milioni di pasti».
L’e-commerce può essere un fattore di crescita?
«E’ una delle nostre prossime sfide. Il progetto realizzato con Supermercato24 è partito da Milano e poi è stato esteso a Roma e Verona ed entro la fine del mese sarà esteso ad altre città come Bologna, Mantova e così via per garantire la consegna della spesa a domicilio sette giorni su sette dalle 9 alle 23». — La Stampa