Spiaggia rosa, ma non siamo in Sardegna e neanche a Creta.
Qualcosa, o qualcuno, ha provocato la morte di migliaia di gamberetti e lasciato che la copiosa e singolare onda colorasse da ieri la famosa baia di San Montano, a Ischia. Si tratta di krill mediterranei — di taglia molto piccola, inferiore a quella comunemente in commercio — e la prima raccomandazione dei tecnici, specie di fronte al pellegrinaggio dei curiosi, è stata: «Non mangiateli».
Da alcune ore gli uomini della Guardia costiera e gli studiosi della stazione zoologica Anton Dohrn, armati di provette e impegnati nelle campionature per le analisi, cercano di dare una spiegazione al fenomeno verificatosi sull’isola che già, un mese fa, aveva dovuto fronteggiare la fine di Leopoldo. Così è stato infatti ribattezzato il capodoglio, otto metri di lunghezza e alcune tonnellate di peso, ritrovato alla vigiliadi Natale dalla squadra del comandante Andrea Meloni lungo il litorale nord-occidentale di Forìo, su un versante tra i più incantevoli d’Ischia, famoso per il suo “raggio verde”. Il cetaceo non era morto solo per inquinamento, ma nel suo stomaco sono state comunque ritrovate buste di plastica — che aveva scambiato per calamari, evidentemente — e fili di nylon.
Un esemplare poi rimosso in tempi record, sezionato per esigenze di approfondimento e e infine adottato dalla ricerca scientifica, tanto che il suo scheletro è stato destinato a fini museali.
E ora il mistero dei gamberetti — Meganictyphanes norvegica, la denominazione scientifica della specie — che interroga clima marino ed eventuali fattori di inquinamento, o di presunta pesca fuorilegge.
Un’ipotesi, quest’ultima, «che non si può escludere, neanche in questo caso — sottolineano gli esperti — Potrebbe infatti trattarsi anche di un pescato sottomisura, cioè troppo piccolo per essere immesso sul mercato senza rischiare sanzioni. Ma è troppo presto per giungere a queste conclusioni». Intanto, sono stati prelevati i primi campioni: una squadra di tecnici da ieri pomeriggio chini sull’orlo rosa che spezza il profilo scuro della sabbia d’inverno.
Che cosa ha messo fuori gioco quel folto banco di crostacei?
Per la Guardia costiera, e soprattutto per gli analisti del prestigiosi istituto napoletano Dohrn, che conoscono tutti i i segreti delle acque del golfo, una delle prime piste da verificare porta alla presenza di forti correnti che si aprono anche davanti a San Montano, una delle travolgenti “testate” che attraverserebbero il gigantesco canyon sottomarino di Cuma. Ma non si escludono, com’è ovvio, le altre cause: dai fattori d’inquinamento (che però avrebbero dovuto provocare danni anche per altre specie) all’errore o alle responsabilità di attività di pesca. Intanto, è scattata l’inevitabile sorveglianza. I gamberetti non sono stati ancora rimossi, la curiosità ha spinto giovani e qualche turista a costeggiare la baia nella passeggiata domenicale. Vietato prelevarne, tantomeno a fini alimentari. Ma c’è chi vola in picchiata laggiù: la prescrizione, per i gabbiani, non vale.
Repubblica