Resta confermato lo sciopero nazionale dei veterinari del SIVeMP ma nella nuova data del 23 novembre, da cui deriverà il blocco dei mercati della carne e del pesce, il blocco delle importazioni e esportazioni di animali, le macellazioni, le certificazioni sanitarie necessarie per approvvigionare i banchi degli esercizi commerciali, la sospensione di ogni attività del settore agro zootecnico alimentare che vale il 15% del PIL.
Non ci piace scioperare, ma ora occorre che il Governo in primo luogo ci dia risposte chiare su cosa vuole fare di noi, del nostro Ssn, delle nostre retribuzioni.
Siamo stanchi di essere considerati privilegiati e di fare da bancomat ai Governi di turno che una volta tagliano le pensioni, un’altra allungano la vita lavorativa, un’altra bloccano le assunzioni, un’altra non pagano gli straordinari, un’altra ancora chiudono i servizi pur raccontando ai cittadini che il Servizio sanitario nazionale è il migliore del mondo.
Il Ssn non è più il miglio servizio sanitario migliore del mondo, quanto meno non lo è più per chi ci lavora con stipendi fermi da 10 anni, svalutati del 30%, con carichi di lavoro sempre maggiori e frustrazioni professionali infinite.
Aspettiamo fiduciosi che il Governo ci sia risposte e assuma impegni tangibili e allora revocheremo lo sciopero.
In caso ci rispondano picche, noi veterinari faremo altri scioperi insieme ai medici ospedalieri e non sarà una bella cosa per il settore agro-zootecnico-alimentare e per i cittadini nel loro complesso.
E’ “popolo” anche quello che vuole avere una sanità migliore.
E siamo popolo anche noi che gliela vogliamo dare.