Nella seduta del 20 luglio, la Quinta Commissione consiliare permanente – presieduta da Fabrizio Boron (ZP), vicepresidente Fabiano Barbisan (CDV) – ha presentato il Disegno di Legge della Giunta ‘Piano Socio Sanitario regionale 2019- 2023’, alla presenza dell’Assessore alla Sanità Coletto e al Sociale Lanzarin, nonché del Direttore dell’Area Sanità e Sociale della Regione, dottor Domenico Mantoan, mettendone in evidenza gli aspetti portanti e innovativi. Il TESTO
A margine dei lavori, questo il commento del Presidente Fabrizio Boron “Oggi abbiamo presentato il nuovo Piano Socio Sanitario regionale 2019-2023, un documento complesso, frutto anche dello studio dei migliori sistemi sanitari europei, in cui vengono sostanzialmente riconfermati i numeri e l’organizzazione della rete ospedaliera in Hub e Spoke, richiamando i principi portanti della recente riforma sociosanitaria che, con la Legge 19, ha istituito Azienda Zero e ridotto il numero delle Ullss. Particolare attenzione verrà riservata ai temi del territorio, valorizzando il ruolo dei 26 Distretti, della cronicità, della non autosufficienza, e verrà rafforzata l’integrazione tra sanitario e sociale”.
“Il nuovo Piano – sottolinea il Presidente – richiama l’Accordo preliminare in materia di Autonomia, sottoscritto con il Governo nazionale il 28 febbraio scorso, che introduce uno spazio regionale di ‘autonomia differenziata’, riconoscendo anche in ambito sanitario ulteriori forme e particolari condizioni di autonomia. Proprio queste forme di ‘autonomia rafforzata’ potranno avere effetti positivi, in particolare, sulla valorizzazione delle risorse umane del Servizio Sanitario Regionale, sul sistema tariffario, sia sotto il profilo del rimborso che della compartecipazione, nonché in ordine alla spesa farmaceutica in caso d’inerzia dell’Agenzia Italiana del Farmaco. L’autonomia è infatti la sola strada per disporre di maggiori risorse che potremmo investire per mantenere nelle nostre strutture professionalità mediche di prim’ordine e garantire così l’eccellenza delle cure socio sanitarie. Allo stesso tempo, l’autonomia potrà consentire alla Regione di ‘formare in casa’ i propri medici”.
“Affronteremo in modo assolutamente concreto i bisogni assistenziali dei veneti – spiega in particolare il Presidente della Commissione Sanità – approfondendo numerosi ambiti, quali l’impatto epidemiologico sulla domanda dei servizi sanitari, la promozione della salute e la prevenzione dei fattori di rischio, la salute della donna e del bambino, il percorso del paziente in ospedale, la presa in carico della cronicità per intensità di cura e di assistenza, lo studio delle malattie rare, la salute mentale, l’integrazione socio sanitaria, il governo del sistema e delle aziende, la governance del patrimonio informativo socio sanitario, il governo della farmaceutica e dei dispositivi medici, le politiche per il personale, la gestione delle risorse finanziarie e strumentali, la ricerca, l’innovazione e la valutazione delle tecnologie sanitarie, i rapporti con l’Università”.
“Il nuovo PSSR – conclude Fabrizio Boron – disegnerà quindi per i prossimi 5 anni la struttura della sanità veneta, affrontando solo questioni concrete e sviluppando l’ambito delle cure domiciliari, che sono in continua espansione, per rispondere adeguatamente ai bisogni assistenziali in particolare delle persone fragili, ma anche di tutti i cittadini veneti, affinché possano raggiungere una completa condizione di salute psicofisica. L’obiettivo primario è quello di confermare lo status di eccellenza della sanità veneta, anche in considerazione del fatto che, attraendo pazienti da fuori regione, essa rappresenta un importante volano per lo sviluppo economico del territorio”.
Coletto: un piano storico
“Questo potrebbe essere un Piano storico, il primo che si occupa di sanità in un quadro di Autonomia della Regione Veneto. Per questo, tra le sue caratteristiche, c’è la flessibilità, per inserire agevolmente e velocemente le novità autonomiste che auspichiamo, e che in questa materia potrebbero essere consistenti”. Lo dice l’assessore alla Sanità Luca Coletto, nel giorno in cui approda in Commissione del Consiglio regionale la Proposta di Piano Socio Sanitario Regionale 2019-2023, approvata dalla Giunta e trasmessa al Consiglio a fine maggio.
“I contenuti dell’Intesa alla quale hanno iniziato a lavorare le delegazioni trattanti della Regione e del Governo – dice Coletto in una nota – potranno infatti avere un impatto rilevante su alcune principali aree d’intervento lasciate all’autonomia regionale come, solo per fare qualche esempio, la valorizzazione delle risorse umane del Servizio Sanitario Regionale, il sistema tariffario sia sotto il profilo del rimborso che della compartecipazione, la spesa farmaceutica, nuovi Lea”.
“Sul piano tecnico – tiene a precisare l’Assessore – va subito sgomberato il campo dalla fake news per antonomasia, quella dei tagli. Questo nuovo Piano è in continuità con quello che volge al termine e, per questo, ha una precisa caratteristica: non si toccano, non si ridimensionano e tanto meno si chiudono gli ospedali pubblici, sui quali si è lavorato riorganizzando molto e bene dove serviva, così come sulla nuova geografia delle Ullss passate da 21 a 9 e sugli aspetti pratici dell’organizzazione, con la nascita di Azienda Zero e con la semplificazione amministrativa”.
“Così come unica in Italia – conclude Coletto – è la strategia, che riconfermiamo con assoluta convinzione, della massima integrazione tra sanitario e sociale. E’ più difficile e costoso che non scindere nettamente i due aspetti come si fa altrove, ma è la scelta migliore per garantire a tutte le persone l’assistenza multidisciplinare di cui hanno bisogno”.
Nel Piano Socio Sanitario Regionale 2019-2023, il profilo dei bisogni assistenziali dei veneti viene affrontato con un’analisi dedicata a numerosi ambiti: impatto dello scenario epidemiologico sulla domanda dei servizi sanitari; promozione della salute e prevenzione dei fattori di rischio; salute della donna e del bambino; percorso del paziente in ospedale; presa in carico della cronicità per intensità di cura e di assistenza; malattie rare; salute mentale; integrazione socio sanitaria; governo del sistema e delle aziende; governance del patrimonio informativo socio sanitario; governo della farmaceutica e dei dispositivi medici; governo e politiche per il personale; gestione delle risorse finanziarie e strumentali; ricerca, innovazione e valutazione delle tecnologie sanitarie; rapporti con l’Università.
20 luglio 2018