La legge di bilancio 2018 appena approvata è da considerarsi, a giudizio delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, “del tutto insoddisfacente in merito al destino della sanità pubblica”. Manca l’ultimo passaggio al Senato, ma i giochi sono ormai fatti. La manovra per il 2019 è praticamente legge e il giudizio dei medici e dirigenti sanitari resta negativo. Nonostante alcuni risultati ottenuti che riguardano le risorse aggiuntive al salario accessorio, la trasformazione in legge delle norme della circolare Madia sulla stabilizzazione dei precari, le assunzioni nelle Regioni virtuose. Ma nulla è previsto per arrestare lo slittamento della sanità pubblica lungo il piano inclinato che la porterà a quel 6,3% di PIL di finanziamento che ne certificherà la morte.
“Una manovra da 20 miliardi – evidenzia infatti l’Intersindacale – ne ha destinato la metà a bonus per tutte le età e a micro-provvedimenti, dal giardinaggio, ai bond cuscinetto. Ma, in continuità perversa con le precedenti, niente per arrestare lo slittamento della sanità pubblica lungo il piano inclinato che la porterà a quel 6,3% di PIL di finanziamento che ne certificherà la morte. E molto poco per alleviare il peggioramento progressivo delle condizioni di lavoro di una categoria, quella dei dipendenti del SSN, che invecchia e che unica al mondo è costretta al lavoro disagiato oltre i 65 anni per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Niente sul futuro dei giovani vista la ostinazione a non volere aumentare il numero di contratti di formazione specialistica tenendo stretto un imbuto formativo ‘grazie’ al quale crescono solo disoccupazione, sottooccupazione e caporalato”.
“Ombre” che, per l’Intersindacale, “diventano tenebre, poi, nel caso della deregulation nelle assunzioni concessa alla provincia di Bolzano e del passaggio, in un processo di stabilizzazione atteso da tempo, dei precari medici e dirigenti sanitari della ricerca in una area contrattuale non coerente con la loro formazione ed attività. Ombre che rappresentano la vera politica sanitaria di questi anni, priva di una idea ed una progettualità, cieca nel non vedere il baratro in cui stiamo precipitando e sorda nel non ascoltare i tanti gridi di allarme”.
“Siamo ad un punto critico – incalza l’Intersindacale – ed il Governo che verrà non potrà non partire da qui. Dalla iniquità e dalle diseguaglianze anche territoriali e dalla volontà dei medici e dirigenti sanitari di fare tutto ciò che è in loro potere per il diritto alla cura ed il diritto a curare”.
“Ora – conclude la nota dell’Intersindacale – tocca alle Regioni, che finora hanno garantito i LEA a nostre spese e con i nostri sacrifici, tenere fede ai loro obblighi datoriali e portare il rinnovo del CCNL fuori dalle secche in cui è tenuto da 8 lunghi anni. Ultima chiamata per il SSN: nei programmi elettorali si dica la verità agli italiani sul futuro che le forze in campo vorranno dare alla sanità pubblica e si diano risposte alle organizzazioni sindacali che hanno proclamato uno sciopero di 48 ore per l’8 e 9 febbraio 2018!”.
Grasselli (Fvm): “Neanche uno dei nodi della sanità pubblica viene affrontato”
“La legge di bilancio concede spiccioli al contratto ma non affronta neanche uno dei nodi della “questione nazionale sanità. Non si può neppure essere ottimisti per la prossima legislatura che rischia di essere tutta centrata sugli equilibrismi di sopravvivenza di una risicata e incongrua maggioranza”. È il commento, in una nota, di Aldo Grasselli, presidente Fvm, la Federazione Veterinari-Medici-Farmacisti e Dirigenti Sanitari
“Il servizio sanitario nazionale – prosegue Grasselli – ha bisogno di un Piano Marshall di rilancio, a cominciare da un innesto di nuove forze professionali. Siamo un paese ridicolo se un ministro del lavoro chiede ai giovani di laurearsi in fretta e poi lasciamo i nostri laureati in campo medico e sanitario fuori dal Ssn per rifornire la sanità privata, o li rendiamo precari a vita”.
Per Grasselli “la campagna elettorale probabilmente sarà un florilegio di slogan per una sanità equa e inclusiva, un elenco di promesse fondate sul nulla, che nessuno ci farà bere. Occorrono progetti concreti, idee innovative, coraggio e sincerità per dare agli italiani una sanità giusta come Costituzione comanda”
22 dicembre 2017