Oggi 12 dicembre la sanità si ferma anche in Veneto. A incrociare le braccia saranno i medici, i veterinari e i dirigenti sanitari. Lo sciopero fermerà per 24 ore interventi chirurgici, visite, esami medici, attività sanitarie comprese quelle veterinarie.
In prima linea pure i veterinari. «Oggi saltano le certificazioni e le movimentazioni degli animali, oltre alle macellazioni programmate — rivela Franco Cicco, segretario della FVM —. Sono garantiti solo i servizi essenziali con i colleghi di turno, cioè: il controllo degli animali morsicatori, il conferimento di carni a scuole, ospedali, asili, la verifica di malattie infettive e il soccorso alle bestiole investite». Molti ambulatori veterinari delle Usl potrebbero restare chiusi.
Uno sciopero per chiedere al Governo una inversione di rotta che riporti la sanità pubblica, e quindi la salute degli italiani, nella agenda della politica nazionale, con la legge di bilancio e con il Ccnl. Alle motivazioni nazionali si aggiungono quelle regionali venete.
12 DICEMBRE 2017 SCIOPERO GENERALE DI 24 ORE DEI MEDICI, VETERINARI E DIRIGENTI SANITARI
SONO PREVISTE MANIFESTAZIONI IN TUTTA ITALIA.
SIT-IN A ROMA ORE 11 DAVANTI AL MINISTERO DELL’ECONOMIA VIA XX SETTEMBRE.
SIT-IN A PADOVA ORE 11 AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA, INGRESSO MONOBLOCCO POLICLINICO
ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA E VETERINARIA.
MOTIVAZIONI NAZIONALI
- denunciano i contenuti della legge di bilancio 2018 all’esame del Parlamento, in quanto reiterano politiche sempre meno orientate all’obbligo di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, secondo principi di equità e sicurezza, ed escludono con pervicacia la sanità pubblica dalla ripresa economica in atto fino a renderla non più sostenibile se non dalle tasche dei cittadini;
- condannano la assenza di segnali di attenzione ai medici, ai veterinari ed ai dirigenti sanitari dipendenti del Ssn, al valore ed al peso del loro lavoro, alla importanza dei loro sacrifici nella tenuta del servizio sanitario;
- stigmatizzano lo stallo del rinnovo del contratto di lavoro, dopo 8 anni di blocco legislativo, che contribuisce alla mortificazione del ruolo, della autonomia, della responsabilità professionale ed al peggioramento di condizioni di lavoro insostenibili a fronte di livelli retributivi fermi al 2010;
- deplorano l’assenza di politiche nazionali a favore di una esigibilità del diritto alla tutela della salute dei cittadini omogenea in tutto il Paese, nel rispetto dell’art. 32 della Costituzione, in una logica di federalismo sanitario di abbandono;
- additano le politiche degli ultimi governi come responsabili di quel fallimento del sistema formativo che sta,contemporaneamente, desertificando ospedali e territori e condannando alla precarietà ed allo sfruttamento decine di migliaia di giovani.
MOTIVAZIONI REGIONALI VENETE
- Diffuso comportamento aggressivo da parte delle Aziende Sanitarie nei riguardi dei propri dipendenti con creazione negli ultimi tempi di un clima pesante da “caserma”. In alcune aziende il codice disciplinare
è stato volutamente utilizzato in modo improprio, come strumento di intimidazione. - Presenza di condizioni di disagio lavorativo diffuse, ingravescente e non più tollerabile per i dirigenti medici, veterinari e sanitari in conseguenza di carichi di lavoro eccessivamente pesanti e condizioni organizzative e di lavoro spesso al di sotto dei requisiti minimi di sicurezza (es: reparti ostetrici senza il medico di guardia di notte e nei giorni festivi per carenza organica, pediatri in alcuni casi non presenti al parto per gli stessi motivi, medici dei P. S costretti in alcuni ospedali a fare la guardia di notte e nei giorni festivi anche per gli altri reparti dell’ospedale, con grave nocumento per il P. S., frequente ordinaria violazione nei fatti della Legge Europea sui riposi, con grave rischio di eventi avversi, ecc.).
- Ricorso massiccio nelle aziende sanitarie al lavoro precario nelle sue diverse forme con annullamento di buona parte delle tutele e retribuzioni spesso indecenti e umilianti e concomitante mancata volontà di queste e della Regione di ridurre nei fatti il precariato e di stabilizzare quelli in tale rapporto di lavoro da troppo tempo.
- Mancata o errata applicazione nelle Aziende di buona parte delle norme contrattuali, soprattutto quelle riguardanti le tutele individuali e la retribuzione, mediante il ricorso sistematico ad interpretazioni errate o fantasiose e comunque di comodo, con il preciso fine di ridurre tali tutele e di risparmiare sulle retribuzioni.
- Blocco delle dinamiche di carriera professionale verticali (quelle non bloccate dalle Leggi) per la gran parte dei Dirigenti del ruolo sanitario e comunque frequente mancata trasparenza sull’affidamento degli incarichi.
- Frequente utilizzo dei residui dei fondi per usi impropri o per illeciti arricchimenti dell’azienda.
11/12 dicembre 2017