Laurea abilitante, aumento delle borse di studio, aumento delle risorse per finanziare i Lea, rinnovo del contratto della categoria, soluzione a sprechi e ruberie e fine del precariato sono i motivi che hanno spinto anche la Federazione veterinari e medici a confermare lo sciopero del prossimo 12 dicembre. Intervistato da Sanità Informazione a margine della manifestazione nazionale dei medici in Piazza Montecitorio, il presidente Fvm e segretario Sivemp Aldo Grasselli spiega le ragioni della protesta.
Ricordando tra l’altro che: «un sistema veterinario e funzionante è necessario per evitare tossinfezioni alimentari e cibi contraffatti e garantire valore economico al sistema agroalimentare del nostro Paese». E ancora: «Senza la prevenzione i fenomeni arrivano: arrivano le malattie, arrivano le tossinfezioni alimentari, arrivano i prodotti contaminati, arrivano le contraffazioni e le frodi. Per tutto questo il lavoro dei veterinari è sempre stato fondamentale e fa risparmiare moltissimi soldi al nostro Paese: in termini di salute, in termini di alimenti che vengono distrutti o abbandonati perché non possono essere consumati, ma soprattutto consente al nostro sistema agroalimentare di riuscire a certificare i suoi prodotti per poterli vendere in tutto li mondo. Questo è un valore economico incredibile che perderemmo senza un sistema veterinario funzionante ed efficace come quello italiano. E se il sistema continua a perdere colpi per la disattenzione delle Regioni e degli Assessorati alla sanità, avremo dei guai»
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SCIOPERO IL 12 DICEMBRE DEI VETERINARI PUBBLICI
Lettera aperta agli iscritti
Cari Colleghi,
i veterinari dipendenti del Servizio sanitario nazionale saranno costretti a scioperare il 12 dicembre per richiamare l’attenzione del Governo e delle Regioni sulle gravi carenze che il de-finanziamento della sanità, il blocco del turn-over, il precariato, il blocco dei contratti ha prodotto negli ultimi 8 anni.
La finanza pubblica, che è intervenuta per salvare l’Alitalia e le Banche, deve tornare a dare alla sanità risorse pari a quelle che investono Francia e Germania.
Non ci piace scioperare. Ci costa energia e soldi, più di quanti ne chiediamo nel rinnovo contrattuale. Ma la situazione richiede una forte presa di posizione. La nostra categoria di dirigenti in questa Legge di Bilancio è totalmente ignorata dal Governo e dalla politica.
Non si può stare guardare senza reagire alla distruzione del Servizio sanitario nazionale, dei nostri Servizi, delle nostre prospettive di carriera, delle nostre retribuzioni che sono state il Bancomat delle Regioni per troppo tempo.
Noi crediamo in un Servizio sanitario pubblico, equo, universalistico, inclusivo e protettivo e per questi valori siamo disposti a scioperare compatti il 12 dicembre e quando sarà necessario durante tutta la prossima campagna elettorale.
Lo sciopero nazionale che abbiamo proclamato insieme ai medici ha riscosso una forte adesione.
Dopo 8 anni di tagli dei fondi contrattuali, di riduzione degli organici, di accorpamenti e perdita di posizioni, di precariato illuso, di smantellamento di aziende e servizi abbiamo atteso invano che il Senato approvasse gli emendamenti che avrebbero restituito in parte le risorse necessarie alla sopravvivenza del sistema e alla definizione di contratti dignitosi.
Quanto attendevamo era stato accolto in diversi emendamenti alla Legge di Bilancio proposti all’unanimità dalla Commissione sanità del Senato, ma un ordine di partito o di Governo ha fatto ritirare gli emendamenti e il voto di fiducia ha lasciato tutti a bocca asciutta.
Tutte le Regioni, che devono fare con noi i contratti, hanno dichiarato di essere in difficoltà perché se fanno i contratti si riduce la copertura dei LEA. Questa contrapposizione è un atto mistificatorio gravissimo, politicamente scorretto e inaccettabile.
Il Governo trovi le risorse per il Fondo Sanitario Nazionale e per i contratti e non tenti di mettere in conflitto il finanziamento dei contratti con l’erogazione dei servizi ai malati.
Il conflitto ci sarà, ma tra i sindacati e il Governo e le forze che lo sostengono se dopo tanta propaganda, treni e annunci non si vedranno risultati.
I nostri colleghi medici negli ospedali e nei servizi faranno il possibile per non arrecare disagi rilevanti ai malati ma sciopereranno convinti, noi veterinari faremo altrettanto.
Lo sciopero dei veterinari del 12 dicembre cade in vicinanza delle Feste Natalizie, sappiamo – e ce ne dispiace – che arrecheremo forti danni all’economia agro-zootecnico alimentare, che si sta appena riprendendo dopo anni di crisi.
Bloccheremo per un giorno intero, a pochi giorni dal Natale, le importazioni e le esportazioni, i mercati di bestiame e ittici, le movimentazioni animali, le macellazioni, le certificazioni sanitarie necessarie per approvvigionare i banchi degli esercizi commerciali.
E’ il solo modo che ci resta per chiedere fatti concreti, per indurre il Governo a fare ciò che è necessario per recuperare la nostra fiducia: approvare prima di Natale, nel passaggio alla Camera della Legge di Bilancio, quanto in Senato è stato affossato.
Cari colleghi, grazie della vostra mobilitazione, grazie per i vostri sacrifici.
Aldo Grasselli
Segretario Nazionale SIVeMP
4 dicembre 2017