Cambiano i conti della sanità veneta. Da una parte arrivano risorse in più per cercare di tenere a galla tutte le barche delle Ulss e delle Aziende ospedaliere, nonostante le ristrettezze dovute a una “torta” di risorse nazionali da spartire tra le Regioni che non corrisponde all’aumento dei costi. Dall’altra però la fine dell’anno che si avvicina segna un traguardo che è una sorta di spada di Damocle: la Regione ha fissato l’obiettivo di pareggio di bilancio per molte delle grandi Ulss attuali, e ha indicato anche il deficit massimo a cui possono giungere le altre. Significa che in queste settimane i dg dovranno fare ogni sforzo possibile per rientrare nei ranghi, perché se no si presenteranno all’esame senza aver fatto i compiti.
I CONTI PREVENTIVI: UN DEFICIT C’E’ Com’era accaduto anche l’anno scorso, la Regione ha atteso il più possibile prima di ufficializzare i bilanci preventivi delle sue nuove Ulss, perché ad esempio non c’erano ancora certezze sulla cifra che il Veneto porta a casa dal Fondo sanitario nazionale. Dopo alcuni mesi però Venezia ha dato le direttive di bilancio ai suoi dg e ha chiesto quindi il “preventivo”. Ne è nato un primo conteggio molto pesante: -784 milioni, «in peggioramento rispetto alla perdita del 2016 di circa 568 milioni» (anche se dentro sono ricaricati anche i -216 milioni delle singole Ulss a fine 2016). Entra in gioco però anche l’Azienda Zero, creata per fare da unico “centro amministrativo” per tutte le Ulss e alla quale la giunta Zaia ha affidato anche il gruzzolo della “Gsa-gestione sanitaria accentrata” che in genere permette alla Regione di coprire i deficit e far chiudere i conti in pari.
All’Azienda Zero è affidato poco meno di un miliardo, e si preveda che chiuda in avanzo di quasi 400 milioni. Morale: conteggiando anche altre voci, la Regione stabilisce che al momento il bilancio complessivo di previsione della sanità veneta è a -161 milioni. Ma la Regione ricorda di aver dato come direttiva ai dg delle Ulss di non superare i costi che c’erano stati nel 2016. E considerando questi e altri possibili risparmi, al 24 ottobre la giunta, con delibera dell’assessore Luca Coletto, ha indicato che a fine anno si potrà giungere a un “sostanziale equilibrio”.
I SOLDI IN PIÙ. C’è ben di più in ballo, però. Un paio di settimane dopo infatti – e dopo aver passato le “forche caudine” del parere della commissione “Sanità” del Consiglio regionale – la giunta Zaia ha potuto rivedere le cifre, fissando il definitivo riparto delle risorse che è in grado di assegnare a ogni Ulss. Come noto, la battaglia politica è stata forte perché la Giunta ha cercato di avvicinarsi di più a una ripartizione basata su fabbisogni standard (in base alla popolazione di ogni Ulss, a quanti anziani ci vivono e così via) e non sulle cifre storiche che venivano assegnate alle vecchie 21 Ulss. Ne sono uscite così più risorse per le Ulss più grandi come Verona, Vicenza, Padova e Treviso, anche se i consiglieri hanno poi fatto introdurre un “calmierante”, vale a dire 16 milioni in più per le tre Ulss più in difficoltà di conti e territorio e cioè Venezia, Belluno e Polesine. Al momento di ripartire tutto, però, la Giunta ha deciso di andare incontro ai dg delle Ulss, assegnando a quasi tutti alcune risorse in più rispetto a quanto indicato in precedenza. A Belluno sono andati quindi circa 14 milioni in più, a Treviso ben 48, a Venezia 12, a San Dona e Veneto orientale 18, mentre l’Ulss Polesana ha perso qualcosa. A Padova vanno 32 milioni in più di quanto previsto, a Bassano 17, a Vicenza 22 e a Verona 60 milioni in più. Qualcosa meno invece è stato dato ad Aziende ospedaliere e Iov. In tutto un gruzzolo di oltre 210 milioni più del previsto. E questo ha ridotto di fatto le previsioni di deficit di ogni Ulss, giungendo più o meno alle cifre indicate nel grafico .
LA SPADA DI DAMOCLE C’è un grande “però”. Perché adesso che l’Azienda Zero ha tolto alle singole Ulss varie fatiche amministrative (gare d’appalto e altro) affidandole all’Azienda zero, ora che il budget è stato pure ritoccato verso l’alto – il riparto, tra l’altro vale, anche per il 2018 – con qualche fondo anche per gli investimenti, Zaia e i suoi hanno voluto fissare ai dg un risultato di bilancio da ottenere, proprio come a manager. E l’indicazione è secca: dato che i costi non devono superare quelli del 2016, tutti devono giungere al pareggio di bilancio, eccetto le Ulss più difficili a cui però è indicato lo stesso un traguardo duro: -70 milioni per Venezia, -15 per Rovigo, -5 per Belluno. E attenzione: «II mancato rispetto del risultato programmato – sentenzia la Giunta – comporta l’applicazione dell’applicazione contrattuale». Vale a dire che i dg rischierebbero pure di decadere. E la corsa ai conti di fine anno si fa tesissima.
La Giunta regionale con delibera 162 del 24 ottobre, pubblicata sul Bur n. 102 del 20 novembre, ha approvato i bilanci preventivi economici annuali redatti dalle Aziende del Sistema sanitario regionale per l’esercizio 2017.
di Piero Erle dal Giornale di Vicenza – 29 novembre 2017