Il “Rosatellum 2.0” passa al Senato con 214 si, 61 contrari, un astenuto. Dopo il via libera di ieri ai 5 voti di fiducia chiesti dal governo sui vari articoli del testo, il provvedimento, già approvato alla Camera diventa definitivo. Con la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale diventerà legge.
Sostegno trasversale
La riforma è stata sostenuta a Palazzo Madama dallo stesso schieramento trasversale che ne ha consentito il primo via libera a Montecitorio: ai voti della maggioranza si sono aggiunti, dopo la definitiva uscita di Mdp, quelli di Forza Italia e Lega. Anche il gruppo Ala ha confermato il proprio sostegno al provvedimento con il suo leader, Denis Verdini, che nell’Aula del Senato ha tra l’altro affermato: «Rivendico con orgoglio tutto quello che abbiamo fatto, il ruolo di supplenza che abbiamo svolto».
Dalla scheda alla ripartizione dei seggi, ecco come funziona il Rosatellum
No di M5S e Mdp
M5S e Mdp sono tornati in Aula, dopo l’abbandono dei lavori messo in atto ieri nella fase conclusive delle votazioni sulle fiducie, per ribadire il loro ‘no’ al disegno di legge. Voto contrario anche dal presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi (Ap), in dissenso pertanto dal proprio gruppo.
Zanda (Pd): bene fiducia anche su ius soli
«Non appena avremo la certezza di aver voti necessari, accoglierei con molto favore una decisione del governo di mettere la fiducia sullo jus soli prima della fine di questa legislatura» ha detto il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, durante il sui intervento a favore del “Rosatellum” nell’Aula di Palazzo Madama. Prima dell’ok finale alla legge elettorale Zanda si era detto «contrario al ricorso al voto segreto», perchè «ormai non è più un voto di opinione, ma una manovra politica».
Cosa prevede la nuova legge
Il Rosatellum bis (dal nome di Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera) prevede il 36% di parlamentari eletti in collegi uninominali con formula maggioritaria e il restante 64% in collegi plurinominali con metodo proporzionale. Il sistema maggioritario determina l’assegnazione di 231 seggi a Montecitorio e di 109 seggi a Palazzo Madama, mentre i seggi restanti derivano dal voto proporzionale. Non è previsto premio di maggioranza. La legge fissa soglie di sbarramento, identiche per i due rami del Parlamento, al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni e delega il Governo a determinare entro 30 giorni i collegi uninominali e plurinominali.
Pd: legge migliore possibile. M5S: come slot machines
«Con una maggioranza mai così ampia, il Senato ha approvato non la migliore legge elettorale in assoluto, ma la migliore legge elettorale possibile in questo Parlamento» ha dichiarato il senatore Pd Andrea Marcucci, secondo il quale «chi protesta, come il M5S, ha paura dei collegi». Ma per i Cinquestelle «la nuova legge truffa di Pd-Lega-FI-Alfano è come le slot machines – ha detto il capogruppo del movimento in Senato, Giovanni Endrizzi – pigi un bottone, credi di scegliere ma c’è un software che decide per te e ti mangia i soldi. Qui ti mangiano il voto».
Ieri i cinque voti di fiducia
La prima fiducia, sull’articolo uno, ha riguardato il sistema di elezione della Camera (un mix di collegi uninominali maggioritari (il 36%) e di proporzionale in collegi plurinominali con liste bloccate (il 66%), ossia senza preferenze, per la ripartizione dei seggi). La seconda fiducia, sull’articolo 2, ha riguardato invece l’analogo sistema di voto per il Senato. La terza votazione di fiducia è stata sulla delega al Governo per la determinazione dei collegi uninominali e dei collegi plurinominali. La quarta sulle norme sulla trasparenza, con l’elenco dei documenti da depositare: il contrassegno depositato, lo statuto, il programma elettorale con il nome e cognome della persona indicata come capo della forza politica. La quinta sulle disposizioni transitorie per l’entrata in vigore della legge.
Il Sole 24 Ore – 26 ottobre 2017