Celebrato il referendum, preso atto del raggiungimento del quorum e della vittoria del Sì, cosa accadrà adesso? Ieri la Giunta ha varato subito due provvedimenti per avviare il percorso per ottenere più autonomia: un ddl per le 23 competenze e sul federalismo fiscale e uno per riconoscimento statuto speciale. Nasce inoltre la Consulta del Veneto per l’autonomia. Mettendo da parte la nuova, spiazzante ipotesi del Veneto a statuto speciale, che prevede un processo di revisione costituzionale finora mai preso in considerazione (e quindi tutto da elaborare), concentriamoci sull’iter previsto dagli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione, che permetterebbe alla Regione di avere «nuove e più ampie forme di autonomia» nell’ambito di un regionalismo differenziato «a geometria variabile», come ammesso dalla Consulta.
L’iter
La giunta regionale ha approvato ieri la proposta di legge che costituisce la base della trattativa con lo Stato. Ora inizieranno le consultazioni con le categorie, le parti sociali e tutti gli attori del «Sistema Veneto» chiamati da Zaia ad esprimersi sulle materie di loro competenza e a proporre eventuali modifiche, quindi, entro un paio di settimane, il testo tornerà in giunta per una seconda approvazione e, di lì, approderà in consiglio regionale dove verrà prima assegnato alle commissioni e quindi portato in aula per il via libera definitivo, che Zaia stima possa arrivare «entro fine anno». Una volta licenziata la proposta di legge statale, questa verrà sottoposta al governo e lì inizierà una trattativa che, se davvero sarà condotta su tutte le materie annunciate da Zaia, si annuncia lunga e complicatissima, dovendo non solo declinare in maniera puntuale tutte le competenze oggetto di devoluzione ma anche il relativo personale e, ovviamente, le risorse necessarie a darvi attuazione. Da questo confronto scaturiranno un’intesa tra lo Stato e la Regione e una nuova proposta di legge che dovrà poi essere approvata dalla Camera e dal Senato a maggioranza assoluta dei componenti. Il che, vista la frammentazione annunciata alle prossime elezioni, presupporrà una larghissima condivisione politica, partitica e anche geografica (ci vorrà, insomma, pure il consenso dei parlamentari del Centro-Sud).
Dalla scuola alla sanità
La Regione, anziché tentare la devoluzione di un primo, limitato numero di materie, in via sperimentale, ha deciso di chiedere subito tutte quelle previste dalla Costituzione. E dunque, passerebbero sotto la gestione regionale, quanto all’istruzione: finalità, funzioni e organizzazione del sistema educativo; fabbisogno di personale e concorsi; prove Invalsi; alternanza scuola-lavoro; contratti di dirigenti, insegnanti e personale amministrativo; formazione professionale; finanziamento delle scuole paritarie.
Ambiente: disciplina degli scarichi e relativi illeciti ambientali; tutela dei beni artistici, storici, archeologici, librari e archivistici; valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; interventi a favore del patrimonio veneto; tutela del paesaggio; gestione della procedura Via; gestione delle risorse ittiche entro le tre miglia dalla costa; riconoscimento delle acque minerali naturali; raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Giustizia di pace: nomina, decadenza e revoca dei giudici di pace e vigilanza sulla loro attività; istituzione di nuovi uffici (ma si ipotizza anche la creazione di un’autonoma sezione del Tar).
Sanità: ogni aspetto relativo all’organizzazione e al governo del sistema sanitario regionale, inclusi i concorsi per i dirigenti e i dipendenti, con responsabilità esclusiva salvo che per le determinazioni dei livelli essenziali di assistenza.
Ricerca: programmazione strategica su ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico; distretti industriali; programmazione universitaria; gestione del fondo rotativo per il sostegno alle imprese e del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese; sostegno all’imprenditoria giovanile; accreditamento e vigilanza delle agenzie per le imprese.
Governo del territorio: fasce di rispetto, di altezza, di distanza; rapporti tra spazi residenziali, produttivi, commerciali, pubblici, parcheggi; ristrutturazioni; edilizia scolastica; gestione e riduzione del rischio sismico; tutte le strade insistenti sul territorio veneto; beni del demanio marittimo e idrico; demanio marittimo sulla Laguna di Venezia; regionalizzazione della sovrintendenza per i beni culturali.
Dalle tasse ai trasporti
Rapporti internazionali e con l’Ue : gestione dei rapporti internazionali e con l’Unione europea; contributo alla formazione degli atti comunitari ed esecuzione degli accordi internazionali. Protezione civile: gestione dei commissari, potere per il presidente di emanare ordinanze anche in deroga alla normativa statale e regionale. Coordinamento della finanza pubblica: potestà di modificare le aliquote e prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni; concessione di incentivi, contributi, agevolazioni e sovvenzioni; gestione del fondo di garanzia per le opere pubbliche; regionalizzazione delle operazioni dell’Ismea; devoluzione di una quota del finanziamento statale ad Agea. Commercio estero: promozione e internazionalizzazione delle imprese, istituzione di marchi. Tutela e sicurezza del lavoro: servizi per l’impiego, politiche attive e passive per il lavoro, incentivi al ricollocamento; istituzione del fondo regionale per la cassa integrazione; gestione e controllo dei flussi migratori; tenuta e vigilanza dell’albo delle cooperative. Professioni : norme per le professioni turistiche. Alimentazione: ispettorato della tutela della qualità e repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari; controlli di qualità Agecontrol; attuazione delle norme in materia di agricoltura biologica. Ordinamento sportivo : concorso alle spese delle associazioni sportive; progetti di sviluppo delle discipline e del marketing sportivo; istruzione e formazione; promozione dello sport per i disabili. Porti e aeroporti: nomina del presidente del Porto di Venezia; costituzione di una zona franca all’interno del Porto. Trasporti: regionalizzazione del fondo per il trasporto pubblico locale. Casse di risparmio: ordinamento delle casse di risparmio e delle casse rurali; sostegno al credito regionale; fondo mutualistico per la tutela dei depositanti del credito cooperativo. Ordinamento del credito fondiario e agrario. Coordinamento informatico. Energia: installazione impianti termici sotto i 900 kw; costruzione elettrodotti sopra i 150 kv; stoccaggio gas naturale; costruzione gasdotti e oleodotti; regionalizzazione dell’accisa sul gas rigassificato a Porto Viro; ricerca idrocarburi; stoccaggio oli minerali; localizzazione inceneritori; divieti di estrazione in Laguna. Previdenza complementare e integrativa: alla Regione va il gettito dell’imposta sostitutiva sui rendimenti dei fondi pensione; istituzione di fondi di previdenza complementare e integrativa; istituzione del fondo per il sostegno delle responsabilità familiari.
Le risorse
La Regione pensa di finanziarie queste competenze trattenendo sul territorio, oltre ai tributi propri (come il bollo auto o le accise sul gas e la benzina), i 9/10 del gettito dell’Irpef, dell’Ires e dell’Iva, comprese le entrate «afferenti all’ambito regionale ma affluite a uffici situati fuori dal Veneto». Il gettito Ires verrebbe quantificato – anche – sulla base dell’incidenza media del tributo sul Pil nazionale, da applicare poi al Pil regionale accertato dall’Istat. (Ma. Bo. – Il Corriere del Veneto – 24 ottobre 2017)
I provvedimenti approvati dalla Giunta regionale
Ieri in seduta straordinaria su proposta del Presidente Luca Zaia, La Giunta veneta ha approvato all’unanimità il “disegno di legge d’iniziativa della Giunta regionale concernente “Proposta di legge statale da trasmettere al parlamento Nazionale ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione relativa a ‘Iniziativa regionale contenente, ai sensi dell’articolo2, comma2, della legge regionale 19 giugno 2014 nr. 15, percorsi e contenuti per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione Veneto, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”. Con questo atto, in estrema sintesi, la Regione Veneto indica le 23 materie dell’autonomia e, sul piano finanziario, i nove decimi del gettito fiscale di Irpef, Ires e Iva per gestirle (il federalismo fiscale).
Il Governo veneto, nella stessa seduta, ha approvato anche un disegno di legge concernente “Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento Nazionale ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, relativa a ‘modifica dell’articolo 116, primo comma della Costituzione”, con la quale si chiede il riconoscimento del Veneto come Regione a Statuto Speciale. Si tratta di un solo articolo: “nel primo comma dell’articolo 116 della Costituzione, dopo le parole “la Valle d’Aosta” sono aggiunte le seguenti: “e il Veneto”.
Il DDL AUTONOMIA, il DDL STATUTO SPECIALE e il DGR CONSULTA
24 ottobre 2017