L’obiettivo è far scattare gli aumenti già’ prima della fine della legislatura. “Come ha anche detto il presidente Gentiloni, dal prossimo anno. Dipende dall’andamento della trattativa. Il mio auspicio è che si faccia il prima possibile. Oggi ci sono le condizioni normative ed economiche per rinnovare il contratto. A questo punto possono iniziare anche trattative a oltranza”.
Ministra Marianna Madia, il governo ha appena approvato la manovra, ma dalla Cgil sono arrivate parole durissime contro questa finanziaria. Susanna Camusso parla di sciopero generale. Se lo aspettava?
«In democrazia ciascuno fa legittimamente la propria parte. Tuttavia devo dire che mi risulterebbe strano addirittura uno sciopero contro questa manovra che, tra le altre cose, rinnova il contratto di lavoro a quasi tre milioni e mezzo di lavoratori tutelando i redditi più bassi».
A proposito del contratto. Quante risorse sono stanziate nella manovra?
«Ci sono le risorse per mantenere l’impegno politico di un aumento di 85 euro medi mensili e la conferma del bonus di 80 euro anche a chi, con gli aumenti, dovesse superare le soglie di reddito previste dalle norme del bonus».
La sterilizzazione degli 80 euro la deciderete per legge o l’affiderete alla contrattazione con i sindacati?
«Sarà un impegno contrattuale. È una decisione presa dal governo come parte datoriale».
Quindi non sarà estesa anche ai rinnovi dei privati?
«Se i datori di lavoro privati vogliono seguire la stessa strada del contratto pubblico sono liberissimi di farlo. La struttura degli 80 euro non sarà cambiata».
Regioni ed enti locali devono finanziare da soli l’aumento per i loro dipendenti. Lamentano una scarsità di risorse. In manovra ci sarà un aiuto del governo?
«Per legge e per storia Regioni ed Enti locali devono finanziare i loro contratti».
C’è la possibilità di dare qualcosa in più di 85 euro?
«Manteniamo l’impegno assunto il 30 novembre. L’aumento sarà di 85 euro al mese».
Nemmeno per la scuola? I professori lamentano di avere stipendi più bassi dei loro colleghi europei.
«Tra legge di bilancio e atto di indirizzo della scuola è previsto un riavvicinamento degli stipendi dei presidi a quello degli altri dirigenti della pubblica amministrazione».
Rimane l’impegno della piramide rovesciata, dare cioè più soldi ai redditi bassi e aumenti contenuti a chi ha guadagni maggiori?
«La salvaguardia degli 80 euro, che riguarda i redditi tra i 24 e i 26 mila euro, va già in questa direzione. Sostiene chi guadagna di meno. Nella contrattazione vedremo se ci sono altri spazi».
Nella legge di stabilità ci sono fondi per la defiscalizzazione del salario di produttività e del welfare aziendale come per i privati?
«Prima di rispondere vorrei sottolineare una cosa».
Prego.
«Lo stanziamento sui contratti pubblici in stabilità, tolto il disinnesco dell’aumento dell’Iva, è la voce più importante. In tutto l’arco dell’esperienza di governo abbiamo lavorato per arrivare a questo risultato».
Detto questo?
«Sul welfare si potranno fare ragionamenti in sede di contrattazione sul salario accessorio».
Gli statali quando vedranno gli aumenti in busta paga?
«Come ha anche detto il presidente Gentiloni, dal prossimo anno».
Prima o dopo la fine della legislatura?
«Dipende dall’andamento della trattativa. Il mio auspicio è che si faccia il prima possibile. Oggi ci sono le condizioni normative ed economiche per rinnovare il contratto. A questo punto possono iniziare anche trattative a oltranza».
Dopo tanti anni riprendono anche le assunzioni. Ne sono state sbloccate 7.900, ma ce ne sono in previsione altre?
«Nei prossimi sei anni usciranno 450 mila persone. Sfruttando questa gobba si potrà favorire l’ingresso di giovani nella Pa. Ma più del numero è importante come avverranno gli ingressi».
Ossia?
«Il blocco delle assunzioni ha creato il fenomeno del precariato storico. Il primo passo sarà risolvere questo problema usando le norme introdotte con la riforma del pubblico impiego. Chi ha avuto contratti a tempo con la Pa entrando per concorso, sarà assunto. Chi ha avuto contratti temporanei senza concorso, dovrà sostenere una selezione. Emaneremo una circolare che darà alle amministrazioni indicazioni chiare in tal senso. Il secondo passo sarà evitare che, in futuro, questo fenomeno si ripeta. Con l’attuazione delle disposizioni previste dalla riforma le assunzioni saranno fatte in base all’analisi dei fabbisogni concreti delle amministrazioni. Anche su questo ci saranno, a breve, indicazioni operative. I concorsi inoltre, saranno intelligenti».
Che significa intelligenti?
«Che useremo le migliori esperienza nazionali e internazionali per le selezioni. Non saranno verificate solo le nozioni, ma anche la capacità di risolvere problemi e di innovare».
Il Messaggero – 18 ottobre 2017