Quasi 8 miliardi di euro alle 9 Usl del territorio. Il riparto del Fondo sanitario regionale era ieri all’ordine del giorno in Quinta Commissione Sanità. Che ha votato parere favorevole alla suddivisione delle quote di finanziamento. Spiega il presidente della Commissione Fabrizio Boron: «Le maggiori Usl hanno ottenuto più risorse, con un incremento della quota capitaria, mentre le tre Usl Dolomitica, Polesana e Serenissima avranno finanziamenti a funzione per coprire le loro specificità.È un riparto importante perché assegna risorse in aumento rispetto all’anno precedente, ma deve responsabilizzare chi amministra la sanità del territorio».
È l’Usl 6 Euganea, la più grande del Veneto, a portare a casa la quota più consistente di fondi (1 miliardo 466 milioni) in aumento rispetto al 2016 di 17 euro a testa per padovano. Il maggiore incremento di risorse riguarda la Usl 4 Veneto Orientale con un più 46 euro ad abitante. Soffrono invece la Polesana con una perdita di 103 euro a testa, la Dolomiti con meno 83 euro e la Serenissima con un taglio di 43 euro a testa. Cifre sottoposte a successivo aggiustamento con premi e indennità. Poi ci sono i soldi all’Azienda Ospedaliera di Padova, 80 milioni, a quella di Verona 82 milioni e allo Iov, 800 mila euro distribuiti in base alle prestazioni.
Lo schema prospettato dalla giunta prevedeva queste quote per ciascun cittadino: 1.768 euro nella Ulss 1 Dolomiti (-83 rispetto al 2016), 1.570 nella Ulss 2 Marca Trevigiana (+18), 1.644 nella Ulss 3 Serenissima (-43), 1.593 nella Ulss 4 Veneto Orientale (+46), 1.685 nella Ulss 5 Polesana (-103), 1.571 nella Ulss 6 Euganea (+17), 1.559 nella Ulss 7 Pedemontana (+7), 1.583 nella Ulss 8 Berica (+13), 1.569 nella Ulss 9 Scaligera (+27).
«La fusione delle Usl avrebbe meritato una programmazione all’altezza», il commento del capogruppo Pd Stefano Fracasso. E Claudio Sinigaglia del Pd, che ha contestato il ritardo nella consegna dei documenti da parte della giunta, parla di riparto choc: «Modificando l’assegnazione della quota capitaria, si arrivava a un deficit iniziale di 25 milioni per l’Usl Dolomitica, di 96 per la Serenissima e altri 38 per la Polesana. Il raggiustamento ha permesso di garantire alle tre Usl un’indennità da 16 milioni ciascuna, riuscendo a sanare solo in piccola parte il danno, visto che la Dolomitica chiuderà il 2017 con un deficit di 6 milioni, 70 per la Serenissima e 15 per la Polesana».
Per la Cgil Funzione Pubblica la commissione ha «legittimato un furto dal fondo sanitario per pagare le spese di funzionamento e personale». Spiega Daniele Giordano, segretario generale Fp Cgil: «La direzione Sanità e Sociale solo di personale distaccato dalle Usl si mangerà dal fondo sanitario 2.539.000 euro. Soldi che dovrebbero essere spesi per le prestazioni». E l’Azienda Zero «si mangia le risorse della salute quando invece doveva servire a razionalizzare il sistema». (s.t.)
LA NUOVA VENEZIA – Giovedì, 5 ottobre 2017