“I recenti fatti di cronaca, sulla aggressione e violenza sessuale ai danni della dottoressa della guardia medica in un paese della provincia di Catania, riapre in noi veterinarie del Ssn, preoccupazioni mai sopite”. Cosi Angela Vacca, della segreteria nazionale Sivemp, in una lettera indirizzata ai ministri della Salute e dell’Interno, al sottosegretario alla Salute, ai presidenti di Camera e Senato e agli assessori regionali alla sanità.
“Le colleghe che hanno intrapreso con passione e entusiasmo un lavoro nel quale continuano a credere per l’importante ruolo del veterinario pubblico nella tutela della collettività, della salute animale e della sicurezza alimentare, ben presto hanno capito in quali contesti lavorativi dovevano muoversi. Non in team organizzati e in spazi protetti, ma in territori complessi e sempre da sole. Non in condizioni orografiche e di viabilità tranquillizzanti, ma in territori difficili e isolati, in situazioni ambientali talvolta di forte disagio socioculturale e facile bersaglio di fatti criminosi. Soprattutto negli ambienti più arretrati i veterinari assumono anche un importante ruolo sociale di formazione e informazione di un’utenza culturalmente impreparata che talvolta non tollera le necessarie e dovute imposizioni. E quando le imposizioni sono dettate da donne, le persone poco inclini al rispetto delle regole, hanno gioco facile nel portare a termine le loro cattive intenzioni”.
E continua: “Molte di noi sono state minacciate, offese, intimidite e aggredite, come dimostra il lungo elenco portato all’attenzione dei vostri dicasteri e in particolare dell’Osservatorio Nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di Medicina Veterinaria pubblica, istituito nel 2010 e del quale chiediamo la ripresa dei lavori, interrotti dal Gennaio 2014. Nonostante gli ultimi eclatanti episodi ai danni dei veterinari e delle veterinarie pubbliche, siano stati portati per la loro gravità alla ribalta della cronaca e siano stati oggetto di interrogazioni parlamentari rivolte al Ministro della Salute e al Ministro dell’Interno, nessuna attenzione è stata posta al problema”.
“Ciò che le professioniste oggi si aspettano – scrive Angela Vacca – è un intervento in tempi rapidi del Governo sulle Regioni, affinché nei turni di reperibilità notturni e festivi i veterinari siano sempre affiancati da un altro dipendente, o dalle forze dell’ordine oppure da un servizio di vigilanza come per esempio, quello messo a presidio delle guardie mediche in Sardegna dopo l’uccisione di una giovane dottoressa sul posto di lavoro. Nelle attività quotidiane diurne svolte nelle attività produttive del territorio nazionale, ribadiamo la necessità di operare in team per dare maggiore sicurezza e serenità soprattutto alle donne. Le aziende sanitarie che hanno il dovere di tutelare i propri dipendenti attraverso una valutazione dei rischi non possono continuare a ignorare le difficoltà sul lavoro delle nostre professioniste”.
Conclude infine: “Auspichiamo che questo ultimo drammatico episodio non cada nel dimenticatoio e che le autorità in indirizzo adottino i provvedimenti necessari per tutelare le lavoratrici sul posto di lavoro”.
25 settembre 2017