dal Mattino di Padova. Pochi veterinari per combattere l’influenza aviaria. «Non siamo di fronte a un’emergenza improvvisa o eventi calamitosi straordinari. Eppure sarà sempre più difficile contrastare l’epidemia di influenza aviaria con la riduzione del numero dei veterinari nelle Usi e con misure spuntate e poco efficaci per la prevenzione». Ad affermarlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito democratico che, dopo le notizie dei nuovi focolai fra Verona e la Bassa Padovana (circostanza che ha fatto mettere al bando polli e uova padovane a Hong Kong), ha presentato un’interrogazione alla Regione. Da inizio anno i casi in Veneto sono 17, per una spesa di oltre 2,6 milioni di euro per l’indennizzo dei danni diretti. Secondo Zanoni però «è solo la punta dell’iceberg e nella nostra regione, leader italiana nella produzione di polli e tacchini, c’è il rischio concreto di mettere in ginocchio l’intero settore. Servirebbero perciò idonee misure di prevenzione che diventino standard. E ciò si può fare attraverso una revisione della gestione tecnico-sanitaria del fenomeno e potenziando il numero dei veterinari in servizio. Il lavoro non manca, fra aviaria, Blue Tongue, West Nile e altri virus; la Regione dovrebbe intervenire con urgenza, assumendo nuovi medici». Zanoni punta l’indice anche sui possibili rischi legati all’attività venatoria: «II contatto, la detenzione, il trasporto e la macellazione della fauna selvatica abbattuta infetta può favorire la propagazione del virus. Per questo occorre adottare misure precauzionali di carattere igienico-sanitario nelle operazioni di caccia, ma pare che nessuno ne voglia parlare. Spendiamo milioni di fondi pubblici per l’aviaria poi però non si chiede un minimo sacrificio ai cacciatori di uccelli potenzialmente infetti». Nicola Stievano -tit_org- Pochi veterinari per combattere l’influenza aviaria
Il Mattino di Padova Pochi veterinari per combattere l’influenza aviaria
Il Mattino di Padova – Nicola Stievano – 20 settembre 2017