La legge di Bilancio 2017 aveva esteso l’istituto del cumulo ai periodi contributivi maturati presso le casse previdenziali privatizzate. A tre mesi dalla circolare Inps che annunciava una successiva circolare con le istruzioni applicative, “ancora tutto tace”. Nel mentre l’Inps, senza entrare nella problematica del cumulo, ha segnalato come quest’ultimo sarà “calcolato interamente con il sistema contributivo”. Cosmed: “Occorre un chiarimento urgente politico”.
Il comma 195 della legge di bilancio 2017 estende l’istituto del cumulo ai periodi contributivi maturati presso le casse previdenziali privatizzate. In pratica, la norma vuole contribuire alla risoluzione del problema di quanti intendono anticipare la pensione senza penalizzazioni, recuperando l’anzianità contributiva non coincidente maturata in casse diverse inserendosi nel pacchetto di provvedimenti (A.P.E. – R.I.T.A.) che consentono un uscita anticipata dal regime pensionistico attuale.
La circolare Inps n. 60 del 16 marzo 2017 trattando del cumulo tra diverse tipologie di pensioni Inps (ex Inpdap, gestione separata) annunciava che: “Con successiva circolare verranno diramate le istruzioni applicative delle disposizioni in argomento con riferimento ai casi di cumulo dei periodi assicurativi non coincidenti anche presso le casse professionali”.
“A tre mesi di distanza tutto tace – commenta in una nota Cosmed – per quanto la norma non richieda alcun decreto ministeriale, forse perché Inps richiede un via libero politico mentre le Casse professionali vogliono avere indicazioni sulla copertura di eventuali ricadute sulle loro gestioni”.
“Se così fosse la norma, pur mantenendo la sua validità per i giovani con sistema contributivo, perderebbe di valore per quanti intendono uscire dal sistema senza ricorrere al sistema contributivo spesso penalizzante. Una posizione del genere, che rischia di ripetere quanto previsto per l’opzione donna ovvero un anticipo con decurtazione per il passaggio al sistema contributivo, contraddice, però, il D.lgs. 184/97 all’art.3, il che non è nei poteri delle circolari, ed apre a diverse difficoltà interpretative. In ogni caso – spiega la Confederazione dei medici e dirigenti – i contribuenti devono avere a disposizione da parte dell’Inps un calcolo preventivo dell’assegno pensionistico anche per valutare eventuali riscatti o ricongiunzioni, attraverso informazioni certe con chiare indicazioni sulla consistenza della pensione in base alle opzioni scelte”.
“Occorre un chiarimento urgente politico, non potendo rinunciare ad una norma di civiltà giuridica che risponde ad elementari principi di equità e non essendo ammissibile che il Governo violi le leggi che approva. Se qualcuno vuole modificare o stravolgere la norma in via interpretativa deve metterci la faccia ma sappia che troverà la nostra ferma opposizione che non esiterà ad adire le vie legali”, conclude Cosmed. (da Quotidiano sanità)
28 giugno 2017