Dopo 8 anni di stop sono riprese le trattative per il rinnovo del contratto di 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Il Presidente Fvm, Aldo Grasselli, ha partecipato insieme alla delegazione Cosmed all’incontro di oggi all’Aran e a chiusura dei lavori ha dichiarato: “Il primo incontro di oggi ha confermato le preoccupazioni che avevamo avanzato all’uscita della direttiva Madia: “Vogliamo vedere direttive esplicite e vincolanti sulle risorse. Altrimenti per Fvm: nessuna trattativa!”
Tra illusionismi, illusioni e cruda realtà si è palesata la cruda realtà. Non esistono garanzie concrete e le indicazioni del Governo per il nuovo contratto contengono una quota di aleatorietà imperdonabile dopo 8 anni di attesa.
Dopo gli esiti delle urne di domenica 25 giugno, in questa apertura di contratto “sine materia” ci sono ulteriori elementi in gioco per chiedere al Governo se intende proseguire in questa direzione suicida o se vuole ottemperare ai suoi doveri e trovare un punto di intesa con alcuni milioni di lavoratori della pubblica amministrazione e le loro famiglie in vista delle prossime elezioni.
Tutto ciò di cui si dovrebbe trattare nella contrattazione è appeso all’entità delle risorse che il Governo stanzierà nella prossima legge di bilancio, cioè non prima dell’arrivo dell’autunno.
Ci pare quasi provocatorio chiedere ai sindacati la disponibilità per approfondire la contrattazione in questi mesi torridi senza il becco di un quattrino.
E senza aver chiarito se il Governo vuole differenziare i contratti privati da quelli del pubblico impiego per il quale non è prevista – in modo a nostro avviso anticostituzionale – per legge (come invece per il privato) la decontribuzione e la defiscalizzazione del salario accessorio.
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27 giugno 2017