Con una seduta lampo di tre ore e mezza, la commissione Sanità ha approvato ieri alla presenza dell’assessore di reparto Luca Coletto, dell’assessore al Sociale Manuela Lanzarin e del direttore di Area Domenico Mantoan le linee guida dell’Azienda Zero e cioè l’ossatura della nuova struttura che sarà il fulcro del sistema socio-sanitario del Veneto. Pd e «tosiani» polemizzano sulla rapidità del via libera dato dalla commissione e puntano il dito contro il vice presidente, il pentastellato Jacopo Berti, «colpevole» di non aver orchestrato un’efficace opposizione. Ma il presidente, il leghista Fabrizio Boron, si stupisce: «Alla fine quasi tutte le minoranze, dem e tosiani inclusi, si sono astenute. Se la delibera non le convinceva, perché non hanno votato contro?».
L’Azienda Zero, che gestirà ogni anno tra i 4 e i 5 miliardi di euro accentrando su di sé tutte le competenze amministrative lasciando alle Usl la sola attività strettamente sanitaria e conterà circa 500 dipendenti, vedrà il direttore generale (leggasi Mantoan) affiancato da un collegio sindacale e un collegio di direzione (quest’ultimo fortemente voluto dall’opposizione, per evitare «l’uomo solo al comando») e prevede 19 figure apicali, ossia dirigenti e primari. «Un numero altissimo, resosi necessario per coprire settori che ben potevano essere accorpati, con un risparmio per la Regione – commenta il dem Claudio Sinigaglia -. Una decisione sorprendente, se si pensa che nel frattempo sono state tagliate 200 apicalità sul territorio, assai più utili perché sono quelle che di fatto erogano i servizi ai cittadini.
Altro punto molto contestato, lo spostamento in seno all’Azienda Zero del Crav, la centrale unica degli acquisti, così che di fatto il nuovo ente non si occuperà soltanto degli appalti della sanità (che pure coprono il 90% del totale) ma anche di quelli che riguardano gli altri settori della Regione, dai computer alle risme di carta. «Si mette nelle mani dell’Azienda Zero un potere ed una responsabilità enormi – continua Sinigaglia – che trascendono le competenze originarie, legate esclusivamente al settore sanità, e ne rendono dubbia la legittimità». In questo caso, ha spiegato Mantoan, la scelta è stata però obbligata dalla legge, che prevede che ciascun ente disponga di un solo centro acquisti: «Nel momento in cui si deciso di attribuire all’Aziende Zero quello della sanità, giocoforza andava aggregato anche l’altro».
Detto dell’elenco sterminato di competenze attribuite alla nuova struttura, ben 180 (e l’elenco, si premette, «non è esaustivo»), vi è tra queste anche il più volte annunciato monitoraggio dei project financing, già avviato a Mestre e Monselice, con in più l’onore di proporre anche delle «soluzioni alternative». «Una cosa che, ha confessato candidamente Mantoan, finora non era mai stata fatta» riferisce la «tosiana» Giovanna Negro. Appoggio bipartisan anche all’obbligo per ogni ente, pubblico o privato che sia, di rendere pubblico come sono stati spesi i contributi ricevuti dalla Regione.
Soddisfatto il leghista Boron che sottolinea «la qualità del lavoro della commissione basato sull’ascolto e la massima condivisione» rimandando ad una fase successiva la definizione della dotazione organica e fondi contrattuali necessari per la copertura degli stipendi dei dipendenti che verranno trasferiti dalle Usl. (Il Corriere del Veneto)
Ndr: Non sono state ancora calendarizzate in V commissione invece le Linee guida per l’Atto aziendale e l’organizzazione del Dipartimento di prevenzione delle Ulss. Stando alle anticipazioni i testi dovrebbero arrivare all’esame della commissione intorno alla metà di maggio
3 maggio 2017