Prosegue la lunga marcia della decretazione delegata dalla legge 124/2015. Sul tema il Sole 24 Ore sanità pubblica un’ampia analisi di Stefano Simonetti. Molti, compresa la ministra Marianna Madia, hanno affermato che con le deliberazioni del Consiglio dei ministri del 24 febbraio – scrive Simonetti – «si conclude l’iter di approvazione delle deleghe legislative». Non è esattamente così perché i decreti delegati dovranno completare il lungo percorso (e qualche insidia uscirà da Intesa in Conferenza Stato-Regioni, parere del Consiglio di Stato, parere delle competenti commissioni parlamentari) e. soprattutto, perché rispetto ai ventuno punti di delega contenuti nell’articolo 17 della legge n. 124 ne mancano all’appello ben sette tra i quali alcuni relativi a delicatissime materie come i contenuti innovativi dei concorsi, la soppressione del voto miniino di laurea, il catalogo delle competenze, il ricambio generazionale e, principalmente, il rafforzamento della separazione tra indirizzo politico e gestione.
Peraltro il termine di 18 mesi per esercitare le deleghe è ormai scaduto per cui quelle materie si deve ritenere che non saranno più oggetto di disciplina. Senza contare che non si hanno notizie della delega ex articolo 11 (quella sulla dirigenza) e se davvero il Governo dovesse seguire il suggerimento del Consiglio di Stato – trasformare cioè il testo del decreto abortito in un Ddl autonomo svincolato dalla delega ma anche da tutti i passaggi sopra ricordati – sarebbe molto grave dal punto di vista dei rapporti istituzionali e, comunque, infrangerebbe il quadro unitario e sistemico della cosiddetta “riforma”. (…)
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7 marzo 2017