I limiti di turn over andranno differenziati in base ai «fabbisogni standard» di personale, che le amministrazioni dovranno disciplinare nella programmazione triennale rispettando i binari che saranno fissati da Funzione pubblica e ministero dell’Economia. I procedimenti disciplinari saranno più rapidi, e dovranno arrivare al traguardo in 60 giorni, ma le violazioni dei termini non li faranno più decadere come accade ora, per evitare di premiare tattiche “dilatorie”. Arrivano oggi in consiglio dei ministri i due decreti legislativi che in attuazione della riforma della Pa devono riscrivere le regole del rapporto di lavoro e quelle sulla valutazione delle performance dei dipendenti. Nell’ordine del giorno entra anche il provvedimento che riorganizza i ruoli delle forze di polizia. Sul pubblico impiego, nelle ultime bozze rispunta l’allargamento della sanatoria sui contratti decentrati illegittimi che sono stati individuati dagli ispettori della Ragioneria generale e della Corte dei conti.
I recuperi delle somme di troppo erogate in passato, se saranno confermate le ultime bozze, non dovranno tagliare di oltre il 25% i fondi per il salario accessorio: se i soldi da recuperare sono molti, quindi, il calendario dei recuperi si allungherà.
Dopo lo slittamento della scorsa settimana le bozze dei due decreti sono stati oggetto di un lavorio ulteriore che però non sembra aver appianato del tutto i punti di frizione con i sindacati. La discussione, comunque, resta aperta, perché quella di oggi è la prima lettura di provvedimenti che poi dovranno andare al Consiglio di Stato e alle commissioni parlamentari, oltre a dover cercare l’intesa con gli enti territoriali.
Gli ingredienti centrali, comunque, sono il superamento degli “organici” attuali, sostituiti da una programmazione che potrà differenziare i vincoli di turn over anche all’interno dei singoli settori della Pa, con l’intenzione di “premiare” gli enti in base alle attività svolte e quindi al bisogno di personale per garantirle. Tra gli altri obiettivi nobili c’è il «superamento» del precariato, con una doppia mossa. La prima è un piano straordinario di assunzioni di chi ha maturato almeno tre anni di servizio anche non continuativo, da attuare con concorsi riservati per i precari che non hanno superato selezioni in passato; la seconda è lo stop alle co.co.co. Sui premi di produttività decideranno i contratti nazionali, che dovranno però garantire differenziazioni in base alle pagelle dei dipendenti: la valutazione, nelle intenzioni del governo, si sposta però dai singoli alle performance complessive dell’ufficio. Nelle Pa resterà in vigore l’articolo 18 vecchia maniera, ma i vizi procedurali non potranno azzoppare le sanzioni e in caso di reintegro deciso dal giudice l’amministrazione potrà ritentare il procedimento disciplinare.
Arriva oggi al consiglio dei ministri anche il decreto che unifica i documenti di circolazione e proprietà dei veicoli (si prevede una tariffa di 35 euro al netto di bollo; si veda il Sole 24 Ore di ieri); in programma, infine, il correttivo sulle nomine dei direttori sanitari, che depotenzia l’obbligo di scelta all’interno della «rosa» proposta dalla commissione indipendente per superare i «no» regionali.
Gianni Trovati – Il Sole 24 Ore – 23 febbraio 2017