Il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, ha risposto ieri in commissione Affari sociali alla Camera a un’interrogazione di Beatrice Brigone (Misto), riguardava le iniziative per la riduzione dell’uso di antibiotici in zootecnica. Faraone, nel suo intervento, ha spiegato come, allo stato attuale, “non sembra fattibile una zootecnia moderna che escluda completamente l’uso di qualsiasi antimicrobico per trattamenti veterinari, mentre un buono stato di salute degli animali e un uso razionale e responsabile degli antimicrobici contribuirebbero a prevenire la diffusione della resistenza agli antimicrobici”. Tuttavia, ha sottolineato il sottosegretario, alla luce dei risultati provenienti dal progetto ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption), che vedono l’Italia tra i Paesi con i più alti volumi di vendita di antimicrobici, “risulta quanto mai necessaria la completa digitalizzazione della gestione dei medicinali veterinari, attraverso l’introduzione della ricetta veterinaria elettronica”.
Beatrice Brignone, replicando, ha espresso soddisfazione limitatamente ad alcune parti della risposta fornita dal Governo. Ritiene, infatti, che la ricetta elettronica sia uno strumento senz’altro utile. Stigmatizza, tuttavia, il fatto che negli ultimi dieci anni l’utilizzo di antibiotici sia raddoppiato, lamentando che nella predetta risposta non sia stata posta la dovuta attenzione sulle verifiche inerenti alle condizioni degli allevamenti.
TESTO DELLA RISPOSTA – 2 febbraio 2017 Il sottosegretario Davide FARAONE risponde all’interrogazione di Beatrice Brignone (Gruppo Misto
Con riferimento all’interrogazione in esame – che affronta, peraltro, una tematica analoga a quelle delle mozioni approvate di recente in Aula – preliminarmente occorre precisare che la fitta rete di controlli ufficiali in materia di distribuzione e impiego dei medicinali veterinari, ad opera sia dei Servizi Veterinari Locali che del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, ha come obiettivo quello di garantire: 1) tracciabilità (controllo sull’intera filiera distributiva);
2) uso corretto.
Tali attività rivestono un ruolo fondamentale per assicurare lo stato di salute e il benessere degli animali, tutelare la sanità pubblica, assicurando il rispetto dei tempi di attesa per garantire che gli alimenti derivanti dagli animali trattati non contengano residui chimici oltre i limiti massimi consentiti dalle normative nazionali e/o comunitarie, e contrastare lo sviluppo della resistenza antimicrobica. Benché quest’ultima rappresenti un fenomeno naturale biologico, causato da mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri, la pressione selettiva esercitata sulla popolazione microbica da un uso eccessivo e/o abuso degli agenti antimicrobici, sia in medicina umana che veterinaria, gioca un ruolo importante nel suo sviluppo e diffusione.
Allo stato attuale, comunque, non sembra fattibile una zootecnia moderna che escluda completamente l’uso di qualsiasi antimicrobico per trattamenti veterinari, mentre un buono stato di salute degli animali e un uso razionale e responsabile degli antimicrobici contribuirebbero a prevenire la diffusione della resistenza agli antimicrobici (Risoluzione del Parlamento europeo del 12 maggio 2011 sulla resistenza agli antibiotici).
E proprio in tale direzione che sono orientate le attività del Ministero della Salute, intraprese ormai dal 2012, nell’ambito di una strategia nazionale volta alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della resistenza agli antimicrobici, che è posta tra i punti principali all’ordine del giorno dell’Agenda politica.
L’applicazione dei principi e/o requisiti previsti nel Manuale di biosicurezza e uso corretto e razionale degli antibiotici in zootecnia, nelle Linee guida per la predisposizione, effettuazione e gestione dei controlli sulla distribuzione e l’impiego dei medicinali veterinari e nelle nuove Linee guida per la corretta gestione degli allevamenti di animali da reddito, al fine di ridurre le prescrizioni di antimicrobici e prevenire il rischio di antibiotico-resistenza (in fase di perfezionamento in seno alla Sezione per la Farmacosorveglianza del Comitato tecnico per la Nutrizione e la Sanità Animale), contribuiscono, infatti, a prevenire e/o ridurre l’introduzione, lo sviluppo e la diffusione di malattie animali, massimizzando il numero di animali sani e riducendo, quindi, al minimo la necessità dell’uso degli agenti antimicrobici.
Tuttavia, alla luce dei risultati provenienti dal progetto ESVAC (European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption), che vedono l’Italia tra i Paesi con i più alti volumi di vendita di antimicrobici, risulta quanto mai necessaria la completa digitalizzazione della gestione dei medicinali veterinari (dalla distribuzione alla prescrizione da parte del veterinario fino alla somministrazione agli animali), attraverso l’introduzione della ricetta veterinaria elettronica. Ciò al fine di ottenere un quadro preciso del reale consumo degli antimicrobici, dettagliato anche per filiere produttive e categorie animali, migliorando, in tal modo, l’efficacia dei controlli ufficiali e l’appropriatezza delle misure adottate, garantendo un livello sempre più elevato di tutela della salute umana.
Un siffatto processo di digitalizzazione è in atto dal 2013 con la sperimentazione «Tracciabilità del farmaco veterinario», che traccia le movimentazioni delle confezioni dei medicinali veterinari dal produttore al destinatario finale (allevatore, ambulatorio veterinario). Nel 2015, poi, dopo una preliminare fase di test necessaria per la validazione e «messa a punto» del sistema informativo e del processo operativo e organizzativo, è ufficialmente partita la sperimentazione «Ricetta elettronica». Ad oggi, la ricetta elettronica è già in uso in 2 Regioni ed è prossima all’avvio in una terza. Da settembre è, inoltre, partita una fase di formazione che ha visto coinvolti oltre 100 professionisti (liberi professionisti e dipendenti pubblici) di altre 10 Regioni/P.A. Numerose, infatti, sono state le richieste di Regioni e P.A. di entrare a far parte di quella che oggi non può più considerarsi solo una semplice sperimentazione, ma una concreta e imprescindibile fase di semplificazione tecnologica.
La «ricetta elettronica» è risultata promossa a pieni voti: la ricetta elettronica risulta «positiva,inevitabile, necessaria ed urgente anche per rafforzare l’esclusiva titolarità del medico veterinario alla prescrizione e alla gestione del medicinale veterinario», a seguito di una consultazione promossa dalla Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito.
Tale strumento, inoltre, consente anche la riduzione degli adempimenti a carico delle imprese, in linea con gli obiettivi dell’Agenda per la Semplificazione 2015-2017.
La presenza di una norma cogente circa l’obbligatorietà della ricetta elettronica ne accelererebbe la diffusione e, di conseguenza, una sua applicazione certa su tutto il territorio nazionale e se ne è avviato l’iter, in via di perfezionamento.
In riferimento al Piano per la riduzione degli antibiotici, esso è in fase di predisposizione da parte di un Gruppo di lavoro multi-disciplinare sull’antimicrobico-resistenza, basato sull’approccio «One Health» ed in accordo con gli obiettivi strategici del WHO-Global Action Plan.
Il Piano si propone di fornire un indirizzo coordinato e sostenibile per contrastare il fenomeno dell’AMR a livello nazionale, regionale e locale, individuando obiettivi, azioni da intraprendere e indicatori di processo ed esito per il monitoraggio.
3 febbraio 2017