Il 49° Congresso Nazionale del SIVeMP, svoltosi a Bergamo dal 27 al 29 ottobre scorso, ha votato unanime una mozione volta a perseguire, se sarà necessario, le parti pubbliche che dovessero rendersi ancora inadempienti in riferimento al blocco contrattuale, sbloccato a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n.178 del 2015. La Corte Costituzionale, con la nota Sentenza n. 178 del 2015, ha pienamente accolto la proposta censura relativa al reiterato blocco della contrattazione nazionale, per violazione dell’art. 39 comma 1 della Costituzione. Detto blocco comprime il diritto all’esercizio della libertà sindacale che, secondo la Corte, deve potersi estrinsecare anche ed in particolare nello svolgimento della contrattazione collettiva; e deve trattarsi di una contrattazione piena; afferma infatti il Giudice delle leggi che “La contrattazione deve potersi esprimere nella sua pienezza su ogni aspetto riguardante la determinazione delle condizioni di lavoro, che attengono immancabilmente anche alla parte qualificante dei profili economici”.
Pertanto non soddisfa certo quanto statuito dalla Consulta un’apertura strumentale del tavolo contrattuale che le controparti pubbliche intendano proporre, come peraltro già prospettato, senza che vengano poste nella disponibilità della contrattazione stessa risorse adeguate, così che anche i profili economici possano risultare “qualificanti”. Ad ora, in riferimento a quanto il Governo risulta proporre, rimane quindi inaccettabile, anche perché illegittima, la proposizione di una trattativa in presenza di risorse economiche tanto limitate e per nulla qualificanti; per contro con l’appalesata volontà – espressa in specie dal Comitato di Settore – di rivedere sostanzialmente gli aspetti giuridici e normo-economici del CCNL in modo di fatto afflittivo e svantaggioso; si vorrebbe invero che i dirigenti veterinari e medici, che già sopperiscono a gravi carenze di personale senza alcun riconoscimento economico da oltre sette anni (anzi con parallele decurtazioni stipendiali!), accettassero la riconduzione di parte cospicua del trattamento economico attuale a voci esclusivamente accessorie, per di più fruibili solo da una minoranza del personale, tutto in nome di una necessaria implementazione della premialità; implementazione condivisibile esclusivamente laddove fosse – invece – basata su equità e risorse fresche.
Di fronte a una situazione di tal genere i veterinari intervenuti al 49° Congresso Nazionale del SIVeMP – Bergamo 27/29 ottobre 2016 – hanno votato unanimi una mozione volta a perseguire, se sarà necessario, le parti pubbliche che dovessero rendersi ancora inadempienti; hanno perciò sottoscritto a tal fine una specifica diffida in corso di invio ai Ministri competenti, ai Presidenti ed agli Assessori alla salute delle Regioni e Province autonome ed alle parti negoziali pubbliche, lamentando la reiterata violazione della libertà sindacale, come indicato dalla Corte, e paventando la possibile ripetizione dei correlati danni che subiscono le organizzazioni sindacali (nel caso FVM e FESPA, rappresentative degli interessi dei veterinari del SIVeMP) e che, non di meno, patiscono infine i relativi iscritti.
IL SIVeMP, ATTESO GIÀ TROPPO TEMPO, CHIEDE RISPOSTE IMMEDIATE E CONCRETE
11 novembre 2016