di Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria. La legge di bilancio 2017 riserva alla sanità poche luci e molte ombre, ed a medici, veterinari e dirigenti sanitari del Ssn molti dubbi e poche risorse. Il finanziamento di parte corrente del Ssn per il 2017 a 113 miliardi, pur lasciandoci all’ultimo posto tra i paesi del G7 ed al di sotto della media UE, è certo un dato positivo, coerente con il finanziamento dei nuovi Lea e dei farmaci innovativi, frutto dell’impegno del Ministro della Salute e del contesto politico, ma anche delle tante preoccupazioni espresse in anticipo, comprese le nostre. Non c’è traccia, invece, della promozione dello sviluppo delle risorse umane e della valorizzazione del personale della sanità, obiettivo annunciato a più riprese dallo stesso Ministro. Anzi, le parole “personale del Servizio Sanitario nazionale” ricorrono solo a proposito delle sbandierate assunzioni e/o stabilizzazioni di precari.
Le quali, comunque, appaiono incerte nei tempi e nelle procedure, esigue negli stanziamenti, largamente al di sotto degli aventi diritto e delle necessità delle dotazioni organiche, anche per rispettare le direttive europee. Per il resto, il personale del Servizio sanitario nazionale è desaparecido, un fantasma anche nel linguaggio.
Il finanziamento disponibile per il Ccnl rimane, di fatto, ancora simbolico, a dispetto delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, che aveva promesso incrementi anche per valorizzare il merito. Insufficiente ad arrestare l’impoverimento e la demotivazione professionale dilagante o a porre rimedio a condizioni di lavoro incompatibili con livelli retributivi inchiodati al 2010. Né sono disponibili strumenti, quali welfare aziendale e defiscalizzazione del salario di produttività, concessi al settore privato, per contratti di prossimità, visto anche il taglio delle risorse accessorie operato ogni anno dalle leggi finanziarie. Si allontanano, insomma, tempi e condizioni per una uscita reale da 7 anni di blocco contrattuale.
Per le politiche di questo Governo i medici, i veterinari ed i dirigenti sanitari del SSN sono un valore nei convegni ma non nelle leggi, un capitale umano che, dopo avere pagato un prezzo elevato in termini di retribuzioni, pensioni, precarizzazione e riduzione della occupazione, vale quanto le azioni della Lehman Brothers dopo il 15 settembre 2008.
Cittadini e Governo sappiano che i Lea non sono auto-erogabili, né separabili dalla quantità e qualità dei professionisti della sanità, e dei Medici in particolare, le cui abilità e competenze costituiscono anche un pre-requisito della efficacia ed efficienza del Servizio Sanitario. Non siamo, ancora, al self service della sanità pubblica.
Nessuno si illuda che rimarremo fermi dinanzi al tentativo di espellerci dalle politiche di bilancio, se non come camici nelle cui tasche affondare le mani, e additarci come capro espiatorio di fallimentari scelte per il Ssn e i nostri destini professionali. Il principio della legittima difesa vale anche per noi.
28 ottobre 2016