«È finito il tempo dei tagli lineari in sanità. In sanità è evidente che si è tagliato anche troppo, ma dobbiamo gestire in modo diverso il tema dei costi standard». In visita al San Raffaele di Milano, tra il rilancio della candidatura italiana dell’Agenzia europea dei farmaci nel capoluogo lombardo e le lodi per il ruolo che nella stessa città potrà recitare lo Human Technopole negli spazi dell’Expo, Matteo Renzi spezza una lancia per l’incremento delle risorse al Ssn nel 2017, argomento che continua ad andare per la maggiore tra i settori indiziati di una limatura dei fondi rispetto alle previsioni . Non dice però il premier a che livello si attesterà l’asticella del Fondo sanitario il prossimo anno: 2 mld in più o solo 1 mld in più rispetto al 2016? Ovvero: a quota 112 o a 113 mld? Perché è tutta intorno a queste cifre – magri anche 1,5 mld in più si cerca di “mediare” anche nel Pd – che si sta giocando la “partita sanità” all’interno del Governo.
E tra il Governo e i sindacati. Non è un caso la replica arrivata subito ieri a Renzi a stretto giro di posta dall’Anaao, il primo sindacato dei medici ospedalieri: «Dopo le parole aspettiamo i fatti». Certo è che – contratti a parte, che dovrebbero avere risorse extra Ssn – non mancano le preoccupazione sulla tenuta dei conti sanitari in assenza di adeguate risorse tra nuovi Lea, farmaci innovativi, ospedali, sblocco del turn over, investimenti. Anche a dispetto degli eventuali risparmi da 1 mld circa che potrà garantire la spending review. Quella dei farmaci, in particolare, è una partita delicatissima, tanto che tra le ipotesi in discussione c’è quella di presentare la nuova governance farmaceutica non subito nel testo d’ingresso in Parlamento della legge di Bilancio 2017, ma solo in corso d’opera durante il primo esame della manovra da parte della Camera.
Certo è che non possono suonare come una semplice coincidenza le parole del premier con la contemporanea diffusione da parte della Ragioneria generale del monitoraggio della spesa sanitaria nel 2015. Un check in cui si afferma senza equivoci come la spesa sanitaria «ha subito nel tempo un forte rallentamento», in particolare dal 2008 e via via negli ultimi due anni. Con un disavanzo che s’è attestato a 1,2 mld dove la parte del leone la fanno le regioni a statuto speciale (572 mln). E dove le spese per il personale hanno subito un calo dell’1,5% dal 2011. e un notevole incremento dei consumi intermedi pari ormai al 27,6% della spesa sanitaria complessiva, contro il 18,7% di quindici anni prima.
R.Tu. – Il Sole 24 Ore – 28 settembre 2016