«Per semplici problemi di agenda, dal momento che saremo tutti in Puglia per la Fiera del Levante, il comitato di settore sugli atti di indirizzo potrebbe slittare alla prossima settimana ma siamo comunque certi di formalizzare i documenti entro la fine del mese». Lo dichiara Massimo Garavaglia presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, che si definisce tranquillo, anche sulla risposta da fornire alle osservazioni della Ragioneria dello?Stato : «Si tratta solo di spiegarsi meglio, le obiezioni del Mef sono tutte superabili». E sul nodo risorse, minimizza: «Quella della legge di bilancio – spiega – è un’altra partita. L’atto di indirizzo contiene scelte e orientamenti delle Regioni che prescindono dalle decisioni del Governo. Sono state formulate sulla base della Manovra 2016. Certo se poi il Governo dovesse decidere di aumentare le risorse ben venga». Obiettivo delle Regioni resta quello di chiudere la partita al massimo entro fine mese.
E per evitare confronti estenuanti con il ministero dell’Economia, a colpi di lettere e contro-lettere, si è avviato un confronto informale con i tecnici del Mef – l’ultimo incontro è stato la scorsa settimana – per concordare una versione accettabile del documento, in modo da procedere speditamente alla formalizzazione degli Atti di indirizzo.
Il Mef nelle valutazioni della Ragioneria generale dello?Stato inviate alle regioni aveva rilevato specifici aspetti del rapporto di lavoro in contrasto con vigenti disposizioni normative e «suscettibili di determinare maggiori oneri, allo stato non quantificabili attesa la generica formulazione delle stesse, che difficilmente possono trovare copertura nelle risorse disponibili».
Tra confronti serrati e limature dell’ultimo minuto emergono i primi orientamenti.
Nella bozza degli Atti di indirizzo in nostro possesso, sul fronte degli stanziamenti per il rinnovo contrattuale, il Comitato di settore prevede che le risorse complessivamente disponibili per gli incrementi da riconoscere nell’ambito dei rinnovi contrattuali siano pari, per ogni area e per il triennio, a 0,4% del monte salari relativo alle voci fisse della retribuzione, al netto dell’indennità di vacanza contrattuale, da destinare alla rivalutazione delle medesime; 0,4% del monte salari relativo alle voci variabili della retribuzione da destinare alla rivalutazione delle medesime. Il Comitato si riserva di integrare tale suddivisione a seguito di una eventuale diversa disponibilità economica che dovesse esser prevista dalla legge di Stabilità.
Per il riordino del percorso di carriere dei medici, che riguarderà la graduazione delle funzioni che le aziende attuano in base alla capienza dei fondi aziendali, si specifica che avverrà a parità di risorse rientrando nella disponibilità dei fondi contrattuali. Riguardo l’indennità di esclusività, si richiede che il contratto di lavoro riverifichi la destinazione nelle fasce attesi i modelli di riordino strutturali e considerato il fattore di invecchiamento della popolazione.
Sotto la lente del Mef anche l’istituzione della posizione di «professionista specialista» nonché di aree di formazione complementare post diploma. «Tale percorso virtuoso – si legge nella bozza dell’Atto di indirizzo – già avviato in alcune Regioni, deve essere previsto e disciplinato all’interno del Ccnl, nel rispetto di quanto previsto dall’ordinamento vigente. Il contratto nazionale descriverà, pertanto, analogamente a quanto già fatto per l’insieme dei profili, le declaratorie delle competenze proprie delle posizioni di “professionista specialista” e di “professionista esperto” delle professioni sanitarie infermieristica – ostetrica, tecnica, della riabilitazione e della prevenzione».
A questo proposito, il Comitato di settore nelle correzioni successive – in corso di definizione – sottolinea e chiarisce che la figura del professionista esperto non è prevista nell’attuale ordinamento e l’atto di indirizzo propone la sua attuazione, che non si configurerebbe come un profilo già presente ma come un nuovo livello di professionalità rispondente a determinati e precisi requisiti di formazione. Sulle strategie per la valorizzazione degli operatori senior, l’atto di indirizzo specifica che queste non riguardano in nessun caso risorse economiche ma sono indicazioni che il contratto dovrebbe prevedere in virtù del progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa.
In merito all’inserimento nei contratti collettivi nazionali di lavoro del settore sanità, del personale della ricerca, finora non contrattualizzato, degli Irccs e Izs, «La riserva è stata espressa – si legge nella bozza – in quanto le Regioni sono state coinvolte dal Ministero della Salute per il personale operante nella ricerca. La riserva verrà sciolta, con le procedure di rito, con ulteriore direttiva qualora l’iter legislativo previsto dal Ministero della Salute giunga a conclusione. Ovviamente la riserva non comporta nessun impegno di spesa bensì rappresenta la volontà del Comitato di Settore di adeguare le proprie direttive ad un importante percorso legislativo già avviato».
Il Sole 24 Ore sanità – 14 settembre 2016